I medici che si proteggono con i sacchi dei rifiuti a Mantova

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-03-21

Il Fatto Quotidiano racconta oggi che un ortopedico lombardo spostato nei reparti COVID-19 per combattere il Coronavirus è costretto a proteggersi con i sacchi dei rifiuti

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Il Fatto Quotidiano racconta oggi in un articolo a firma di Natascia Ronchetti che un ortopedico lombardo spostato nei reparti COVID-19 per combattere il Coronavirus è costretto a proteggersi con i sacchi dei rifiuti:

Ora tutti i medici in prima linea sono furiosi. Lo è l’ortopedico (chiede l’anonimato, per timore di azioni disciplinari) che lavora in un ospedale lombardo, nel mantovano. Tutto è stato scardinato. Specialisti come lui o chirurghi maxillo-facciali sono stati precettati nei reparti Covid. Anche se hanno le competenze diverse da quelle richieste in questo caso. Intanto si alzano muri in cartongesso, si svuotano altre aree. “È come uno tsunami –si sfoga l’ortopedico –. Nel mio ospedale, che supporta quello principale, va anche di lusso. Ma non credete a ciò che vedete in televisione: ci si protegge con i sacchi della spazzatura”.

La fotografia in pagina arriva proprio dall’ospedale di questo ortopedico. Tutti puntano l’indice contro l’articolo 7 del decreto del 9 marzo del premier Giuseppe Conte: impone al personale sanitario asintomatico di non interrompere il lavoro anche se è entrato in contatto con un soggetto a rischio o positivo, anche senza tampone. “Ma a fronte di una incubazione che può durare fino a due settimane, i soggetti più pericolosi –spiega il giovane ortopedico – sono proprio gli asintomatici. È così che medici e infermieri si infettano tra loro, che contagiano pazienti e viceversa. E i reparti più pericolosi oggi sono quelli non Covid, dove i dispositivi di cui disponiamo hanno una minore protezione. Qui si sta dimenticando l’abc della medicina. Anche uno studio cinese, pubblicato dalla rivista Lancet, conferma che gli asintomatici sono i più rischiosi. L’articolo 7 deve essere cambiato”.

dottori che si proteggono con i sacchi dei rifuti a mantova

Dall’inizio dell’epidemia 17 medici sono morti per il Coronavirus SARS-COV-2:

OGNI GIORNO,da settimane,la Federazione nazionale dei medici aggiorna il bollettino. Che è come un bollettino di guerra. Fa il punto su quanti se ne vanno dopo aver combattuto senza armi, senza quei dispositivi di protezione individuale necessari per evitare il contagio. Quando non scarseggiano mancano. Dappertutto: negli ospedali e negli ambulatori. Tanto che i numeri sui personale sanitario infettato – medici ma anche infermieri e operatori sociosanitari – continuano a galoppare: ieri gli infettati erano saliti a 3.654; 95 in più rispetto al giorno precedente, quasi il 9 per cento dei contagiati totali e di questi 1.882 nella sola Lombardia.

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