«Medici, non usate le mascherine della Protezione Civile»

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-04-01

Il presidente della Federazione nazionale degli ordini dei medici, Filippo Anelli ha inviato agli Ordini regionali una circolare invitando a “sospendere immediatamente la distribuzione e l’utilizzo di quanto ricevuto, informando eventuali medici o strutture che ne fossero già in possesso”

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Le mascherine ricevute nella giornata di ieri dagli Ordini dei medici provinciali da parte della Protezione Civile, circa 600mila pezzi, non sono autorizzate per uso sanitario. Per questa ragione, il presidente della Federazione nazionale degli ordini dei medici, Filippo Anelli, ricevuta tale comunicazione dal commissario Arcuri, ha inviato agli Ordini regionali una circolare invitando a “sospendere immediatamente la distribuzione e l’utilizzo di quanto ricevuto, informando eventuali medici o strutture che ne fossero già in possesso”.

«Medici, non usate le mascherine della Protezione Civile»

La circolare di Anelli è indirizzata ai presidenti degli Ordini dei medici dei capoluoghi di Regione. “Il commissario straordinario per l’emergenza Covid-19, Domenico Arcuri – si legge nella circolare del presidente Fnomceo Filippo Anelli – mi ha appena informato che le mascherine contenute in involucri che riportavano la dizione ‘maschere Ffp2 equivalenti’, inviati dalla Protezione civile in data odierna agli Ordini dei medici dei capoluoghi di Regione, non sono dispositivi autorizzati per l’uso sanitario dalla Protezione civile”. “Vi chiedo quindi – afferma Anelli – di sospendere immediatamente la distribuzione e l’utilizzo di quanto ricevuto, informando nel contempo eventuali medici o strutture che ne fossero già in possesso”.

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La circolare della FNOMCEO (da: Twitter)

Intanto c’è anche chi vendeva su Instagram confezioni di mascherine non conformi alla normativa. Un cittadino cinese di 50 anni è stato sanzionato dagli agenti della squadra mobile di Cagliari: sequestrate complessivamente 580 mascherine irregolari. Durante un monitoraggio dei social network, gli investigatori hanno scoperto che su una chat Instagram, riconducibile ad un negozio cinese, veniva pubblicizzata la vendita di mascherine: un pacco da dieci pezzi, 50 euro. Insospettiti, gli agenti hanno fissato un appuntamento con il venditore nella zona di via Santa Gilla. All’incontro si è presentato il cittadino cinese, con in mano una busta che conteneva tre confezioni da di mascherine monouso, sprovviste di informazioni circa la denominazione legale o merceologica del prodotto, nome, ragione sociale, marchio del produttore o importatore, paese d’origine, nonché prive della marchiatura di qualità Ce. Gl agenti hanno poi effettuato un controllo nell’appartamento del cinese recuperando altre 550 mascherine dello stesso tipo.

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