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Maurizio De Giulio: l'accusa è omicidio volontario
di neXtQuotidiano
Pubblicato il 2017-07-11
La Procura ha chiesto al giudice per le indagini preliminari, anche sulla base delle testimonianze, la convalida dell’arresto e la custodia cautelare in carcere per i reati di omicidio volontario di Elisa Ferrero, e di lesioni volontarie gravi in danno di Matteo Penna
Non c’è alcun segno di frenata lasciato sull’asfalto né dal furgone guidato dall’investitore Maurizio De Giulio né dalla moto sulla quale viaggiava la coppia di giovani colpiti, Elisa Ferrero, deceduta sul colpo, e Matteo Penna, ricoverato in condizioni gravissime. Lo evidenziano – scrive il procuratore di Torino, Armando Spataro, in una nota – un video registrato da un impianto di sorveglianza della zona di Condove dove è avvenuto l’omicidio, i rilievi fotografici e planimetrici e l’analisi dello stato e dei danni riportati dai veicoli coinvolti nello scontro e sequestrati”.
Maurizio De Giulio: l’accusa è omicidio volontario
La Procura ha chiesto al giudice per le indagini preliminari, anche sulla base delle testimonianze di sei persone presenti sul luogo dello scontro, la convalida dell’arresto e l’applicazione nei confronti dell’arrestato della misura cautelare in carcere per i reati di omicidio volontario di Elisa Ferrero, e di lesioni volontarie gravi in danno di Matteo Penna, aggravata anche dall’aver agito per futili motivi. “Grazie ad una consulenza tecnica disposta con urgenza dal pm procedente – precisa nella nota il procuratore Spataro – risulta confermata (anche attraverso l’analisi dell’impianto ABS in dotazione all’autocarro) l’assenza di frenata del veicolo investitore, così da potersene dedurre – unitamente agli altri elementi – la volontarietà della condotta omicidiaria dell’arrestato”. De Giulio, quindi, non ha provato a frenare, ma al contrario si è lanciato a un inseguimento ad alta velocità. Non ci sono “tracce di frenatura o di scarrocciamento”, continua il comunicato diramato da Palazzo di Giustizia.
L’artigiano, ora recluso al carcere Lorusso e Cotugno con l’accusa di omicidio stradale, era alla guida di un furgone Ford Transit, con la compagna e la figlia di lei. Dalle prime ricostruzioni, sembra che a causare la lite sia stata una mancata precedenza. A quanto si apprende, il van non avrebbe lasciato passare la moto. A quel punto i due ragazzi si sarebbero accostati al furgone e lì sarebbe iniziata la discussione. Sulla dinamica dell’incidente indagano i carabinieri, coordinati dal pm Paola Stupino. De Giulio, difeso dall’avvocato Matteo Del Giudice, sarà sentito nelle prossime ore dagli investigatori.
Le condizioni di Matteo Penna
Rimangono intanto stabili le condizioni di Penna, che è ricoverato all’ospedale Cto di Torino. Intubato, ha riportato un trauma cranico e toracico. La prognosi è riservata. La cronaca torinese di Repubblica riporta la testimonianza di Luca Gilardi, amico della coppia: «Ho visto il furgone che si è lanciato all’inseguimento di Matteo. Io me ne sono accorto perché ero dietro. Lui no, non ha visto niente e non si è reso conto, se avessimo avuto gli auricolari e un interfono magari averei potuto avvisarlo ma così non ho potuto fare niente. Non sono riuscito a superare il furgone». L’inseguimento è durato quasi un chilometro, fino alla rotonda.
«Il furgone a quel punto ha sorpassato tre o quattro macchine, poi è rientrato in carreggiata ed è andato contro la moto di Matteo». Il Transit ha frenato? «Non posso dirlo con certezza, ero troppo preso a vedere quello che era successo per rendermene conto, ma di sicuro li ha investiti ad una fortissima velocità». Li ha schiacciati contro il guardrail e lo schianto ha distrutto anche il muso del furgone. «Matteo ed Elisa sono stati trascinati, il furgone è passato sulla ragazza».