Attualità
Marco Petrini: il giudice di Catanzaro arrestato per corruzione
neXtQuotidiano 15/01/2020
Le indagini, avviate nel 2018 e coordinate dalla Dda di Salerno, hanno permesso di ricostruire “una sistematica attività corruttiva” nei confronti del magistrato.
Un magistrato in servizio alla Corte d’Appello di Catanzaro e due avvocati, uno del foro di Catanzaro e l’altro di Locri, sono stati arrestati dalla Guardia di finanza su disposizione della Dda di Salerno per corruzione in atti giudiziari. I destinatari dei provvedimenti sono otto sette dei quali con custodia cautelare in carcere e uno ai domiciliari. Le indagini, avviate nel 2018 e coordinate dalla Dda di Salerno, hanno permesso di ricostruire “una sistematica attività corruttiva” nei confronti del magistrato.
Marco Petrini: il giudice di Catanzaro arrestato per corruzione
Secondo l’accusa il magistrato avrebbe ottenuto consistenti somme di denaro, oggetti preziosi, prestazioni sessuali, in cambio di processi penali, civili e tributari favorevoli agli stessi indagati o a persone a loro legate. In alcuni casi, il giudice avrebbe permesso di ottenere assoluzioni o consistenti riduzioni di pena rispetto ai processi di primo grado, alterando anche provvedimenti di misure di prevenzione già definite in primo grado. Oltre allo stesso giudice, la figura centrale dell’indagine è quella di un medico in pensione ed ex dirigente dell’Azienda sanitaria provinciale di Cosenza. Sarebbe stato lui a ‘stipendiare’ mensilmente il magistrato per garantirsi i suoi favori, cercando anche nuove occasioni di corruzione attraverso i rapporti con persone che avevano avuto sentenze di primo grado sfavorevoli.
A confermare le accuse sono state effettuate intercettazioni audio e video. Tra i processi finiti nell’indagine anche quello di un ex consigliere regionale della Regione Calabria che avrebbe riottenuto il vitalizio nonostante una condanna definitiva nel 2004 a sei anni di reclusione con interdittiva perpetua dai pubblici uffici. Il giudice avrebbe anche favorito il superamento del concorso per l’abilitazione alla professione di avvocato. Le indagini hanno anche evidenziato la condizione economica precaria del giudice che avrebbe posto lo stesso nelle condizioni di ricercare sempre nuove somme di denaro per mantenere l’elevato tenore di vita. A casa del giudice sono stati sequestrati sette mila euro in contanti contenuti in una busta. L’indagine è stata condotta dalla guardia di finanza di Crotone e dallo Scico ed ha permesso di evidenziare la “sistematica attività corruttiva” del presidente di Sezione della Corte d’appello di Catanzaro e presidente della Commissione provinciale tributaria. Molte le perquisizioni effettuate dalla guardia di finanza.
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