Marco Carta, Fabiana Muscas e la storia del furto a La Rinascente

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-06-02

Il cantante e un’amica bloccati all’uscita con capi per 1.200 euro. Poi la donna si autoaccusa. Il giudice non convalida l’arresto, ma il giovane resta imputato per furto

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Ieri il cantante Marco Carta è entrato suo malgrado nella cronaca nera per un’accusa di furto poi riformata visto che il fermo di polizia nei suoi confronti non è stato convalidato. Carta è stato bloccato alla Rinascente di Milano insieme a una sua amica di 53 anni, Fabiana Muscas, per il furto di sei costosissime t-shirt «Neil Barrett» (valore: 1200 euro). Ieri mattina  il giudice delle direttissime ha convalidato l ’arresto della donna (era lei, secondo l’accusa, che aveva in borsa le magliette e il cacciavite per spaccare i sigilli), ma non quello del cantante, che resta comunque imputato di furto aggravato in concorso. Udienza del processo: 20 settembre.

Marco Carta, Fabiana Muscas e la storia del furto a La Rinascente

Alla fine, dopo quasi tre ore di udienza, ieri il giudice ha deciso di convalidare l’arresto solo per la donna, mentre per entrambi non viene disposta nessuna misura restrittiva. La posizione di Carta pare alleggerita. Innanzitutto, grazie alla testimonianza in aula della donna fermata con lui: «Ho preso io le magliette e le ho infilate nella borsa», ha detto in udienza. Di «totale estraneità» parla il difensore di Carta, l’avvocato Simone Ciro Giordano: «È stato liberato da qualsiasi addebito, il fatto è attribuibile ad altri soggetti. Marco è felicissimo». Repubblica riporta anche la testimonianza di un commesso:

Il pedinamento a distanza dei due clienti poi diventati imputati era scattato al primo piano del grande magazzino in pieno centro. La coppia viene vista «prende
re delle maglie dagli espositori e salire con la scala mobile fino al terzo piano». Entrambi vanno nei camerini, ci restano «svariati» minuti. La donna, però, si ferma fuori. Viene inquadrata mentre passa le maglie, una alla volta, a Carta, all’interno dello spogliatoio.

Poco dopo, lei scosta la tenda e gli passa anche la propria borsa. Carta esce dal camerino e a quel punto, nota il dipendente della security, «in mano non avevano più le maglie prelevate poco prima». La sorveglianza continua, senza dare nell’occhio, com’è prassi nei controlli antitaccheggio. La coppia non si accorge della presenza del vigilante e riprende tranquilla le scale mobili. Carta e la signora Muscas salgono al quarto piano, stavolta vanno nei bagni per la clientela: «Vedevo il ragazzo entrare e uscire immediatamente».

Infine di nuovo giù, al secondo piano, dove Carta stavolta prende due costumi da bagno da uomo e va alla cassa per pagarli. L’addetto continua a seguire i due mentre riprendono le scale mobili fino al piano terra. Si avvicinano all’uscita verso piazza Duomo, oltrepassano le barriere anti-ladro e scatta l’allarme sonoro. A quel punto il personale li blocca e i due vengono invitati a rientrare per il controllo dei sacchetti: «La coppia ammetteva il furto facendo vedere il contenuto della borsa, nella quale si scorgevano le maglie appena trafugate».

Intanto il personale va a fare un controllo nel bagno del quarto piano dove Carta, secondo la ricostruzione, era entrato solo qualche minuto prima. Per terra ci sono le placche antitaccheggio, quelle appena staccate.

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