Come “Manlio Germano” ha provato a sfuggire alla Polizia Postale (e lo hanno beccato lo stesso)

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-09-19

Manlio Germano, il leone da tastiera che dietro un falso profilo aveva fatto i complimenti agli accusati per l’omicidio di Willy Monteiro Duarte usando anche insulti razzisti, è stato identificato: ecco cosa ha fatto per sfuggire, senza successo, alla Polizia Postale

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Manlio Germano, il leone da tastiera che dietro un falso profilo aveva fatto i complimenti agli accusati per l’omicidio di Willy Monteiro Duarte usando anche insulti razzisti, è stato identificato: si tratta di uno studente 23enne
di informatica, esperto conoscitore della rete e dei social. Lo studente vive a Treviso ed è di origine napoletana: è stato identificato dagli investigatori della polizia postale di Latina, che lo hanno individuato in un albergo di Firenze, in Toscana, dove attualmente si trova. Lo studente, che aveva postato la frase “Come godo che avete tolto di mezzo quello scimpanzè. Siete degli eroi”, aveva creato un personaggio virtuale, cui aveva dato il nome di Manlio Germano, il sottosegretario interpretato da Claudio Amendola nel film “Caterina va in città”. Ora è stato denunciato per r istigazione a delinquere aggravata dall’odio razziale, reato peril quale rischia fino a 8 anni di carcere. Il Corriere del Veneto spiega cosa il fantomatico Manlio Germano ha fatto per sfuggire, senza successo, alla Polizia Postale:

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Il 23enne, studente universitario di informatica e molto esperto, aveva messo in conto che la polizia postale lo avrebbe potuto cercare. Perché il profilo di Manlio Germano altro non è che un «troll», quello che nel gergo di Internet è conosciuto come un soggetto che pubblica messaggi provocatori per disturbare e fomentare gli animi. Per questo il giovane, ben conscio dei rischi, per depistare le eventuali indagini aveva utilizzato tecniche di «anonimizzazione», nascondendosi dietro a un indirizzo fittizio, collegandosi a un provider in Bulgaria e in Indonesia per far perdere le proprie tracce. Ma i tecnici della polizia postale di Roma e Latina, in collaborazione coni  colleghi di Firenze e Venezia, con un’indagine meticolosa, utilizzando le più moderne tecniche di analisi informatica e di ricostruzione del traffico telematico, nonostante la complessità per le connessioni sui provider esteri, sono riusciti a risalire all’indirizzo Ip del giovane, che vive a Treviso. Per questo dalla procura di Latina è partito un mandato di perquisizione. Gli agenti della polizia postale del Veneto si sono presentati, nei giorni scorsi nel suo appartamento, sequestrando computer, telefono e chiavette usb che saranno ora analizzate con cura dagli inquirenti

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