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M5S, 14 rinviati a giudizio per le firme false di Palermo

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2017-06-23

La decisione del giudice dell’udienza preliminare di Palermo Nicola Aiello: i parlamentari Nuti, Di Vita e Mannino, i deputati regionali Claudia La Rocca e Giorgio Ciaccio e dieci attivisti del M5S oltre a un cancelliere del tribunale. Sul processo incombe la prescrizione. Ma chi se ne avvarrà non potrà più candidarsi nel M5S

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Il giudice dell’udienza preliminare di Palermo Nicola Aiello ha rinviato a giudizio tre deputati nazionali e due regionali ex M5S, 10 attivisti del movimento e un cancelliere del tribunale per la vicenda delle firme false apposte alla lista presentata nel 2012 dai grillini per le comunali di Palermo. I deputati sono Riccardo Nuti, Giulia Di Vita e Claudia Mannino. I deputati regionali sono Claudia La Rocca e Giorgio Ciaccio.

M5S, i quattordici rinviati a giudizio per le firme false di Palermo

I Pm che hanno sostenuto l’accusa sono Claudia Ferrari e Bernardo Petralia. La prima udienza del processo è stata fissata al 3 ottobre davanti alla quinta sezione monocratica. Claudia la Rocca e Giorgio Ciaccio hanno confessato dando un impulso decisivo all’inchiesta, così come Alessio detto Stefano Paradiso e Giuseppe Ippolito. Proprio un errore sul luogo di nascita di Ippolito provocò la decisione, avallata da Nuti, secondo l’accusa, di ricopiare tutte le firme. E l’idea sarebbe stata di Samantha Busalacchi, attivista M5S pure lei tra i coinvolti nella inchiesta assieme ad Alice Pantaleone, Riccardo Ricciardi, Pietro Salvino. Nell’elenco anche l’avvocato Francesco Menallo, Toni Ferrara e il cancelliere Giovanni Scarpello.

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Claudia Mannino, onorevole M5S citata nel servizio delle Iene sulle firme false a Palermo nel 2012


A riprova della tesi dei Pm, oltre alla confessione di Claudia La Rocca e Giorgio Ciaccio e alle ammissioni di alcuni attivisti, ci sono la consulenza grafologica richiesta dalla Procura e le testimonianza di decine di firmatari che hanno disconosciuto le loro sottoscrizioni.

Il rischio prescrizione

Nessuno dei rinviati a giudizio ha scelto il rito abbreviato. Ora con il rito ordinario incombe la prescrizione che maturerà nel 2018.
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Ma il codice etico del M5S dice chiaramente che “l’estinzione del reato per prescrizione intervenuta dopo il rinvio a giudizio” è equiparata alla sentenza di condanna. Se se ne avvarranno, gli iscritti M5S non potranno più ricandidarsi. Intanto Giorgio Ciaccio annuncia che si dimette da deputato regionale e Claudia La Rocca annuncia che non si ricandiderà (era comunque impossibilitata a farlo perché sospesa dal M5S).
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Nessuna dichiarazione pubblica è stata invece fatta da Nuti, Mannino e Di Vita. Anche su Facebook i tre deputati sono silenti.

Leggi sull’argomento: Firme false e Beppe Grillo sordo: la teoria del complotto dei deputati di Palermo

 

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