Lo strano caso di Scene di Paglia, il festival teatrale che la Regione Veneto non vuole finanziare

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2017-12-19

Dopo otto anni la Regione Veneto si “dimentica” dell’esistenza di Scene di Paglia un festival che è riconosciuto dal MIBACT e nega la concessione del finanziamento regionale a causa di “limitate disponibilità finanziarie” ma secondo gli organizzatori il problema è tutto elettorale

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Scene di Paglia – Festival dei Casoni e delle acque è un festival teatrale che si svolge in Provincia di Padova. Nel 2018 la rassegna festeggerà la decima edizione. La sua esistenza però è a rischio perché – è notizia di questi giorni – la Regione Veneto non ha concesso un finanziamento da 20 mila euro per coprire parte delle spese dell’edizione 2017. La comunicazione è stata qualche giorno fa al Comune di Piove di Sacco che è il comune capofila degli otto comuni che compartecipano alla realizzazione del Festival.

La Regione Veneto e i finanziamenti alla cultura usati per fare campagna elettorale 

La Regione ha fatto sapere che “alla luce delle limitate disponibilità finanziarie complessive” non è stato possibile accogliere tutte le istanze di finanziamento. Amaro lo sfogo di Davide Gianella, sindaco di Piove di Sacco, sorpreso dal fatto che dopo 8 anni la Regione Veneto abbia deciso di togliere l’interno contributo al Festival. Secondo il Sindaco i motivi sono politici, si tratterebbe di un dispetto da campagna elettorale visto che l’anno prossimo a Piove di Sacco ci saranno le elezioni amministrative per la scelta del Sindaco e del nuovo consiglio comunale.

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Lo sfogo su Facebook del sindaco di Piove di Sacco

Gli anni scorsi infatti la Regione, che era sempre guidata dalla stessa giunta attuale (e in Veneto anche prima di Zaia la Regione ha avuto dal 2000 una guida a trazione leghista), ha sempre concesso il finanziamento per le attività del Festival. La rassegna del resto non si basa unicamente sull’apporto dei contributi pubblici ma anche degli sponsor e dei finanziamenti privati. A quanto pare quest’anno – ma sul sito della Regione non si trova la delibera di giunta – altri eventi organizzati “dagli amici” (scrive Gianella) sono stati regolarmente finanziati. Evidentemente erano prioritari.
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A lasciare l’amaro in bocca è il fatto che nel 2015  il Festival abbia ottenuto il riconoscimento ufficiale da parte del Ministero dei Beni Culturali e che l’edizione 2017 si sia svolta con il patrocinio della Regione. Questo perché il Festival ha una profonda attenzione per il territorio e chi lo abita. Quando però l’assessora alla cultura Paola Ranzato, che è anche una delle fondatrici della manifestazione, ha chiesto spiegazioni all’assessorato regionale alla Cultura le è stato risposto che se voleva i finanziamenti avrebbe dovuto andare a presentare il progetto che “era sconosciuto” all’Assessore.

Come mai la Regione Veneto non ha i soldi per finanziare il festival di Piove di Sacco?

Ed in effetti è curioso che l’assessore alla Cultura della Regione Veneto non fosse a conoscenza dell’esistenza di un Festival che la Regione stessa ha patrocinato e al quale la Regione ha concesso i finanziamenti negli ultimi otto anni. Il Comune fa sapere di aver inoltrato la richiesta entro i termini stabiliti dalla legge regionale per la concessione di contributi per l’organizzazione di iniziative e manifestazioni culturali finalizzate alla promozione delle risorse e tradizioni del Veneto e all’approfondimento dei temi di attualità di interesse regionale.
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Del resto la valenza turistica della rassegna non può essere messa in discussione visto che contribuisce alla valorizzazione dei comuni compresi tra Padova e Venezia. L’assessore Ranzato fa sapere che oltre agli spettacoli teatrali vengono organizzati anche percorsi che portano gli spettatori anche alla scoperta dei prodotti del territorio. Il dubbio è che il Festival non abbia patito solo del clima da campagna elettorale imminente ma anche dello spreco di fondi pubblici che si è visto in Veneto in occasione del tanto sbandierato Referendum sull’Autonomia del Veneto. Nella consultazione popolare fortemente voluta da Luca Zaia il Veneto ha buttato 14 milioni di euro. Soldi che sarebbero potuti essere spesi meglio, magari proprio per valorizzare le eccellenze di quel territorio per il quale la Lega Nord ha fatto richiesta di maggiori competenze.
Foto copertina Scene di Paglia via Facebook.com

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