L’inchiesta sui dipendenti RAI per i rimborsi gonfiati a Sanremo

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-12-13

I fatti contestati riguardano in particolare i Festival del 2013, 2014 e 2015. Il pm Alberto Pioletti ha appena chiuso le indagini e sta notificando i relativi avvisi di garanzia. Secondo le stime della Finanza la truffa ammonterebbe a circa 100mila euro

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C’è un’inchiesta sui dipendenti Rai per i rimborsi gonfiati a Sanremo. L’indagine è nata da un esposto anonimo arrivato alla Guardia di Finanza di Imperia, che ha poi trasmesso il caso a Roma per competenza. Secondo l’accusa venivano gonfiate le note spese grazie al giro di ristoratori e albergatori compiacenti e disposti a chiudere un occhio. Come, racconta il Messaggero, in occasione di due stanze pagate quando se ne occupava una sola:

Ma non è tutto. Perché nell’informativa della Finanza di Imperia si legge anche che, proprio in questi casi, alcuni indagati avrebbero preso una sorta di “stecca” dagli albergatori amici: 20 euro al giorno per liberare una delle stanze già pagate dall’azienda di Stato. Succedeva appunto quando la Rai saldava il conto per due camere doppie a uso singola e i dipendenti accettavano di dormire nella stessa stanza, consentendo al gestore dell’hotel di affittare il posto rimasto vuoto. Agli atti ci sono decine di casi fotocopia: nel capo di imputazione si legge che il dipendente dell’azienda di Stato, «in missione in occasione del Festival» in concorso con l’albergatore di turno, avrebbero agito «con artifici e raggiri».

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Il titolare dell’hotel convenzionato con la Rai avrebbe stampato una fattura su carta intestata dell’albergo, ma incompleta, perché prodotta senza ultimare la procedura di emissione. In questo modo, la fattura in questione era «priva di valore contabile», specifica il pm Pioletti, tanto che dalla contabilità della struttura ricettiva risultava «che fatture con lo stesso numero progressivo erano state emesse in favore di soggetti diversi». Il dipendente Rai, poi, presentava quel documento contraffatto negli uffici preposti dell’ente per attivare le procedure di rimborso, «procurandosi un ingiusto profitto». Lo stesso escamotage sarebbe stato utilizzato anche in diversi ristoranti.

I fatti contestati riguardano in particolare i Festival del 2013, 2014 e 2015. Il pm Alberto Pioletti ha appena chiuso le indagini e sta notificando i relativi avvisi di garanzia. Secondo le stime della Finanza la truffa ammonterebbe a circa 100mila euro, anche se alcune posizioni sono state archiviate.

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