L'impero di Filippo Sensi: @nomfup sul Fatto

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2015-05-24

Il giornale di Travaglio accusa il portavoce del premier: sa fare il suo mestiere. Scandalo a corte e interviste a Palazzo Chigi per far sparire un servizio sui massoni a Ballarò. E come bonus la triste fine di Europa

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Il Fatto Quotidiano di oggi pubblica un articolo a firma di Carlo Tecce in cui si parla del portavoce di Matteo Renzi, Filippo Sensi (@nomfup su Twitter) e del suo presunto “potere su giornali e tv”. Classe 1968, Filippo Sensi è un ex assistente parlamentare di Francesco Rutelli, poi diventato giornalista di Europa, e oggi lavora a Palazzo Chigi con l’ex paparazzo Tiberio Barchielli e l’ex poliziotto Filippo Attili.
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L’IMPERO DI FILIPPO SENSI: @NOMFUP SUL FATTO
Tecce scrive che Nomfup sarebbe il “puparo” che detta l’agenda ai giornali, e che utilizza il suo potere per spegnere i possibili problemi della comunicazione e fornire retroscena il più possibile favorevoli a quelli del presidente del Consiglio. Insomma, il Fatto accusa Sensi di saper fare il suo mestiere. In effetti in Italia dev’essere un bel problema.

Nel laboratorio di Palazzo Chigi costruiscono e ispirano i retroscena dei giornali, dettano l’agenda. Il lunedì, di solito, fanno trapelare il tema che farà discutere durante la settimana. Che sia l’Enel che scippa la banda larga a Telecom, la riforma Rai, la fiducia sui decreti: questo è il lavoro straordinario. Poi c’è l’impiego ordinario. Ogni sera, a telegiornali quasi esauriti, Nomfup manda un sms ai cronisti che seguono il governo con la formula “Renzi ai suoi”. I più pigri lo copiano e lo incollano nei pezzi. I più scafati tentano di ampliare le frasi, di argomentare meglio, di usare la testa. Appena espugnata Roma, Renzi esecrava le distinzioni: agenzie, quotidiani e televisioni devono dissetarsi a una sorgente comune. Ma i quotidiani, che vanno in edicola al mattino e ricamano in attesa di una nuova alba, hanno protestato e Nomfup ha ideato un sistema più complesso, però circolare.
I giornali ottengono l’esclusiva di “Renzi ai suoi” e svelano il pensiero del fiorentino e del governo, più o meno esatto, più o meno definitivo. Le agenzie di stampa nazionali, che sono accatastate in una conversazione di WhatsApp (l’applicazione di messaggeria istantanea e gratuita), smussano, correggono, s’adattano all’evoluzione di una giornata. Le televisioni traggono spunti, svolgono un ruolo di cucitura, di megafono. Capita che un giornale e un’agenzia carpiscano uno spiffero in più. È Sensi che quel giorno ha premiato l’uno per punire l’altro. Il reprobo può subire il silenzio (zero sms) per una settimana se l’ha fatta grossa. Anche le etichette “fonti di governo” e “fonti di PalazzoChigi” sono di proprietà di Sensi. I ministri non possono interpretare la posizione di Renzi se non è Sensi a fornire le coordinate. Quando esagerano, Nomfup è spietato.

Tecce poi racconta un aneddoto a proposito del famose editoriale di De Bortoli sull’odore stantio di massoneria per il Patto del Nazareno. Nell’occasione Ballarò aveva preparato un servizio sulla storia:

A un giornalista viene commissionato un servizio per approfondire la sintonia (o riscontrare la distanza) fra il governo e la massoneria. Ballarò riesce a strappare un appuntamento al modenese Antonio Binni, gran maestro della Gran Loggia d’Italia degli antichi liberi muratori accettati. Il rito è scozzese. Il gran maestro mostra al giornalista e agli operatori il tempio di largo Argentina a Roma, indossa guanti di pelle bianca, grembiule ricamato con sfumature d’azzurro, collare dorato con una medaglia con squadra e compasso. E risponde a una certosina sequenza di domande. Gli inviati di Ballarò registrano almeno due ore di filmato e rientrano in redazione per riversare il materiale. Lunedì 29 ribadiscono al gran maestro Binni che potrà ammirare la propria esibizione su Rai3. E lerassicurazioni si ripetono.

Ma poi il servizio sparisce, e per far posto a un’intervista rilasciata proprio da Renzi a Ballarò. Secondo Tecce l’intervista al massone è stata oggetto di un do ut des con Filippo Sensi.
 
I LITIGI DEL PORTAVOCE

Infine si raccontano un paio di episodi in cui ci sono state frizioni tra Renzi e Sensi e si parla della simpatica fine che nel frattempo hanno fatto Europa, il suo direttore e gli altri giornalisti del quotidiano della Margherita:

Sensi è l’ex vicedirettore di Europa , il quotidiano della Margherita di Rutelli, che ha svuotato la redazione per allestire un ufficio stampa di governo. Nonostante l’influenza su Renzi, Sensi non ne ha scongiurato la chiusura. Lo spirito di Europa aleggia a palazzo Chigi e nei ministeri. Non sarà entusiasta Stefano Menichini, ex direttore nonché mentore di Sensi. Prevale la ragione non il sentimento o la simpatia dei giornalisti o la stima degli adulatori (sono 73.000 i “seguaci”, follower di Nomfup) su Twitter. Sensi ha il compito di risolvere i problemi di Renzi. Il trucco non è cercare le soluzioni migliori, ma ridurre il numero dei problemi. Il resto non conta. Nomfup, not my fucking problem. Non è un mio fottuto problema.

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