Le sigarette elettroniche vietate in ospedali e uffici nel Lazio
Non si potrà svapare (vale a dire utilizzare l’e-cigarette) neppure nelle aree circostanti, nei parcheggi e nei parchi vicini agli ospedali, esattamente come già avviene per le sigarette tradizionali

Le sigarette elettroniche sono state vietate in ospedali e uffici con un provvedimento della Regione Lazio. Non si potrà svapare (vale a dire utilizzare l’e-cigarette) neppure nelle aree circostanti, nei parcheggi e nei parchi vicini agli ospedali, esattamente come già avviene per le sigarette tradizionali. Questo divieto è già effettivo in tutti gli uffici della Regione Lazio, per le strutture sanitarie si attende il completamento di un provvedimento già in preparazione all’assessorato alla Salute. Spiega oggi Il Messaggero:
In collaborazione con l’Istituto superiore della sanità, è stato deciso di avviare un monitoraggio, che coinvolga anche le scuole, che indaghi sull’uso di questo apparecchio tra gli adolescenti, nella fascia di età compresa tra i 13 e i 16 anni. La sua diffusione risulta già massiccia anche fra i giovanissimi e c’è preoccupazione sia perché ancora non vi sono sufficienti informazioni sugli effetti a lungo termine, sia per le sostanze con cui vengono caricati gli apparecchi, acquistate magari su internet.

«Abbiamo deciso di intervenire anche nel Lazio – spiega l’assessore regionale alla Salute, Alessio D’Amato – soprattutto per applicare un principio di precauzione, anche alla luce di quanto sta avvenendo negli Stati Uniti. Gli esperti ci invitano a intervenire». Queste linee di azione sono state anticipate l’altro giorno nel corso della prima riunione del tavolo tecnico sulle e-cig formato da Regione Lazio e Istituto superiore di Sanità. Tra gli altri c’erano l’assessore regionale alla Salute, Alessio D’Amato, il direttore generale sanità della Regione Lazio, Renato Botti, il direttore del Centro nazionale dipendenze e doping dell’Iss, Roberta Pacifici.
Proprio al Messaggero la dottoressa Pacifici aveva spiegato: «In attesa di avere più certezze, come uomini di sanità pubblica dobbiamo puntare sulla massima cautela e sulle avvertenze ai consumatori. Trattiamola come una sigaretta tradizionale: giusto scriverci “può nuocere alla salute”, giusto vietare la pubblicità, giusto vietare l’uso nei luoghi pubblici come previsto dalla legge Sirchia. Ripeto: è necessario un atteggiamento prudenziale, in attesa di avere studi più completi. E ai ragazzi insegniamo che non tutto quello che è venduto su internet è privo di rischi, se proprio si deve consumare quel prodotto, si utilizzino i canali ufficiali e controllati».
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