Le sigarette elettroniche vietate in ospedali e uffici nel Lazio

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-10-10

Non si potrà svapare (vale a dire utilizzare l’e-cigarette) neppure nelle aree circostanti, nei parcheggi e nei parchi vicini agli ospedali, esattamente come già avviene per le sigarette tradizionali

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Le sigarette elettroniche sono state vietate in ospedali e uffici con un provvedimento della Regione Lazio.  Non si potrà svapare (vale a dire utilizzare l’e-cigarette) neppure nelle aree circostanti, nei parcheggi e nei parchi vicini agli ospedali, esattamente come già avviene per le sigarette tradizionali. Questo divieto è già effettivo in tutti gli uffici della Regione Lazio, per le strutture sanitarie si attende il completamento di un provvedimento già in preparazione all’assessorato alla Salute. Spiega oggi Il Messaggero:

In collaborazione con l’Istituto superiore della sanità, è stato deciso di avviare un monitoraggio, che coinvolga anche le scuole, che indaghi sull’uso di questo apparecchio tra gli adolescenti, nella fascia di età compresa tra i 13 e i 16 anni. La sua diffusione risulta già massiccia anche fra i giovanissimi e c’è preoccupazione sia perché ancora non vi sono sufficienti informazioni sugli effetti a lungo termine, sia per le sostanze con cui vengono caricati gli apparecchi, acquistate magari su internet.

sigarette elettroniche
Le sigarette elettroniche (Il Messaggero, 10 ottobre 2019)

«Abbiamo deciso di intervenire anche nel Lazio – spiega l’assessore regionale alla Salute, Alessio D’Amato – soprattutto per applicare un principio di precauzione, anche alla luce di quanto sta avvenendo negli Stati Uniti. Gli esperti ci invitano a intervenire». Queste linee di azione sono state anticipate l’altro giorno nel corso della prima riunione del tavolo tecnico sulle e-cig formato da Regione Lazio e Istituto superiore di Sanità. Tra gli altri c’erano l’assessore regionale alla Salute, Alessio D’Amato, il direttore generale sanità della Regione Lazio, Renato Botti, il direttore del Centro nazionale dipendenze e doping dell’Iss, Roberta Pacifici.

Proprio al Messaggero la dottoressa Pacifici aveva spiegato: «In attesa di avere più certezze, come uomini di sanità pubblica dobbiamo puntare sulla massima cautela e sulle avvertenze ai consumatori. Trattiamola come una sigaretta tradizionale: giusto scriverci “può nuocere alla salute”, giusto vietare la pubblicità, giusto vietare l’uso nei luoghi pubblici come previsto dalla legge Sirchia. Ripeto: è necessario un atteggiamento prudenziale, in attesa di avere studi più completi. E ai ragazzi insegniamo che non tutto quello che è venduto su internet è privo di rischi, se proprio si deve consumare quel prodotto, si utilizzino i canali ufficiali e controllati».

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