Le prese per…i robot di Paola Pisano, ministro dell’Innovazione

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2019-10-09

Quando la ministra dell’Innovazione era assessora a Torino aveva avviato un innovativa sperimentazione con due robot “assistenti” per l’ufficio Anagrafe. Ma i due Sanbot non sono mai entrati in funzione perché il Comune non è riuscito a trovare una presa elettrica per ricaricarli. Geniale no?

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C’è una curiosa storia che mostra come Paola Pisano, ministro dell’Innovazione del governo Conte 2 forse non è la persona più adatta a ricoprire quell’incarico. La storia – raccontata dal Corriere della Sera – è ambientata a Torino dove la ministra era assessora all’Innovazione della giunta di Chiara Appendino. Nel febbraio del 2018 l’allora assessora presenta Sanbot, uno smart robot che stando alle dichiarazioni di Paola Pisano «presto inizierà la sperimentazione in Anagrafe centrale».

Quando Paola Pisano avviava la “sperimentazione” con i robot all’Anagrafe

Sanbot è un piccolo robot che avrebbe dovuto svolgere la funzione di assistente negli uffici dell’Anagrafe di Torino aiutando a smaltire le code agli sportelli fornendo informazioni ai cittadini. «L’ambiente dell’anagrafe è molto complesso – dichiarò all’epoca l’assessora Pisano – e stiamo cercando, anche con questo nuovo progetto, di migliorare l’efficienza dei servizi per i cittadini, senza dimenticare di supportare i dipendenti che stanno agli sportelli per i quali talvolta, a causa delle differenti tipologie di richieste, assolvere il proprio compito non è così facile». Addirittura si parlava di un concorso per consentire ai cittadini di scegliere che nome dare ai due “assistenti” robotici dell’ufficio Anagrafe.

PAOLA PISANO INNOVAZIONE SANBOT TORINO - 2

Ma i due Sanbot acquistati dal Comune di Torino non sono mai entrati in funzione. E non è mai stata avviata la sperimentazione. Il motivo è molto semplice: il Comune di Torino non è riuscito a trovare una presa elettrica, una banalissima presa di corrente, per consentire la ricarica dei due robot. «I miei robot si ricaricano come semplici aspirapolvere. Il voltaggio è lo stesso. Ma all’Anagrafe di Torino non sono riusciti a trovare una presa adatta e a norma per avviare la sperimentazione», racconta al Corriere il titolare della Omnitech (l’azienda veneta che distribuisce i Sanbot in Italia) Matteo Cestari.

PAOLA PISANO INNOVAZIONE SANBOT TORINO - 1
Paola Pisano con uno dei due Sanbot in “dotazione” all’Anagrafe di Torino

E i due robot che fine hanno fatto? Dal momento che nessuno al Comune di Torino ha trovato il sistema (non certo innovativo) per poterne consentire la ricarica i due Sanbot sono stati impacchettati e rispediti al mittente, all’azienda di Cestari, dove sono rimasti fino ad oggi.«Nessuno funzionario si è impegnato per agevolare la sperimentazione. Di fatto il progetto a Torino non è mai partito», racconta il titolare della Omnitech. Eppure era stata proprio la Pisano a contattarlo per chiedere di avviare una sperimentazione negli uffici comunali. Possibile che dopo tanto interessamento nessuno sia riuscito a trovare un elettricista (ammesso e non concesso che serva proprio un elettricista per individuare una presa elettrica) per poter utilizzare i due robot?

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