Lanterna Azzurra, un indagato per la strage dello spray al peperoncino

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2018-12-09

Ritrovata una bomboletta vuota, una foto su Instagram ritrarrebbe il responsabile. Secondo i giornali c’è già un indagato: un minorenne che l’avrebbe fatto per divertimento

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Una bomboletta contenente gas urticante è stata sequestrata nella discoteca Lanterna Azzurra di Corinaldo dove ieri cinque ragazzi e una mamma sono morti nella calca creatasi in occasione del concerto di Sfera Ebbasta. Non è comunque ancora chiaro se si tratti di quella utilizzata quando si è creato il panico. La bomboletta è ora all’esame degli investigatori. Il locale non è dotato di telecamere di sorveglianza, né all’interno né all’esterno.

Lanterna Azzurra, un indagato per la strage dello spray al peperoncino

Ciò nonostante, La Stampa scrive oggi in un articolo a firma di Francesco Grignetti che per la strage è indagato un minorenne.

Incoscienza, perché c’è stato un minorenne che s’è sentito grande nel lanciare una bomboletta carica di spray urticante nel centro della pista per guastare la festa a tutti. Uno che gioca a fare il cattivo, felpa tirata sulla testa, sguardo corrucciato. Lo hanno già identificato, ora è indagato per omicidio preterintenzionale.

E poi avidità, perché i gestori del locale avrebbero potuto vendere al massimo 469 biglietti, e invece ne avrebbe piazzati 1400. «E i conti non tornano», dice subito il premier, Giuseppe Conte. Indagati anche loro per omicidio colposo.

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La ricostruzione della dinamica (La Repubblica, 9 dicembre 2018)

Fabio Tonacci su Repubblica racconta la dinamica dell’accaduto e conferma che la procura dei minorenni segue l’indagine per omicidio preterintenzionale:

Poco prima dell’arrivo sul palco di Sfera Ebbasta, il dance floor era completamente saturo di ragazzi. La musica pompava nelle casse, chi era dentro quasi non riusciva a camminare. A un certo punto un’ombra con berretto o cappuccio nero in testa sale su un cubo e spruzza in aria il gas urticante. I ragazzi cominciano a tossire violentemente, si sfregano gli occhi, respirano a fatica. Si scatena il panico. Le uscite di emergenza (tre al piano terra, tutte con maniglioni antipanico), sono l’unica via di salvezza per respirare aria.

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Dicono che ai concerti di Sfera lo fanno, di usare lo spray al peperoncino. Che sia un modo “alternativo” per salutare l’artista. Tre volte, cinque volte. Non è chiaro quanti siano i precedenti. Di certo, però, era successo a Senigallia lo scorso anno, alla discoteca Mamamia, ma gli spettatori riuscirono a scappare senza farsi male. Più di un testimone che era dentro alla Lanterna Azzurra ha dato un nome a quell’ombra. Nomi di femmine, di maschi, alcuni erano anche inventati. Quello su cui in queste ore si fanno accertamenti più approfonditi, però, è di un ragazzo della provincia di Ancona che probabilmente non ha neanche diciotto anni, come suggerisce il fatto che il filone di indagine per omicidio preterintenzionale lo stia seguendo, da subito, la procura dei minori.

La caccia al responsabile con lo spray urticante

Intanto ieri su Instagram è comparso un appello con foto che ritrarrebbe, secondo chi lo ha scritto, il responsabile che ha spruzzato lo spray urticante scatenando il panico. La foto è assolutamente incomprensibile e non è possibile comprendere chi sia la persona ritratta nella foto; in ogni caso non c’è nessuna prova che sia responsabile di qualsiasi cosa.

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Intanto è sui gestori della Lanterna Azzurra che si concentra l’inchiesta dei magistrati di Ancona. Saranno sicuramente loro, infatti, a dover rispondere dell’accusa di omicidio colposo plurimo, fornendo documenti e prove sul numero di biglietti effettivamente venduti venerdì sera, sullo stato delle misure di sicurezza interne al locale e sul rispetto della licenza concessa nel 2015 (e ricontrollata nel 2017) dalla Commissione di vigilanza per i pubblici spettacoli del comune di Corinaldo.

I gestori della discoteca Lanterna Azzurra di Corinaldo

Francesco Bertazzi, amministratore della Magic Srl, gestisce il locale con due soci — Carlantonio Capone e Quinto Cecchini –  che, stando a quanto si legge nella visura camerale, ha accumulato 11 protesti dallo scorso giugno ad oggi per una somma complessiva non pagata di 9.920 euro. Gli eventi negativi della sua situazione economica sono valutati come “gravissimi”, nel 2017 ha realizzato un fatturato di 211.000 euro e accumulato perdite per 11.000 euro. Anche l’iter della licenza è stato travagliato. Per più di 40 anni la Lanterna Azzurra è stata gestita da Alberto Micci, che ora abita nella casa proprio a ridosso della discoteca.

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La capienza della sala da ballo era di 469 persone. Le prevendite di biglietti via Internet e al botteghino sono state 1.350, quindi teoricamente il triplo. Non tutti, magari, si sono poi presentati alla cassa per pagare i 20 euro del biglietto (30 euro con il tavolo). Ma secondo il containgressi dei gestori al momento della tragedia il numero di persone presenti all’interno non superava le 500 unità.

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