Attualità

La candidatura di Tommaso Cerno con il PD

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2018-01-27

I fasti dell’ex condirettore di Repubblica, dalla candidatura con AN alla dirigenza di Arcigay. Fino all’approdo alla corte di Renzi

article-post

Marco Franchi sul Fatto Quotidiano oggi riepiloga la carriera di Tommaso Cerno, fresco candidato con il Partito Democratico dopo la direzione de L’Espresso e la condirezione di Repubblica che ha tenuto per ben tre mesi:

Classe 1975, friulano, giornalista del Gruppo Espresso da oltre un decennio e già dirigente di Arcigay, bizzarramente – alme no per uno che denuncia “il pericoloso mix tra neofascismo e odio per le istituzioni” – nel suo passato c’è pure una candidatura con Alleanza nazionale alle Comunali di Udine del 1995.
Ieri, confermandola sua corsa coi dem (nell’unino minale a Milano, ma col paracadute proporzionale in Friuli), ha rivendicato di aver “sempre fatto il giornalista facendo battaglie peri diritti civili e penso che nelle parole partito e democratico possano starci questi diritti. Ho chiesto la possibilità di combattere per strada le stesse battaglie che ho combattuto sulla carta. È una scelta di vita”.

tommaso cerno
Il Fatto rigira anche il coltello nella piaga del rapporto tra Repubblica e Partito Democratico:

Per Repubblica, invece, un condirettore che finisce direttamente in lista col Pd è un nuovo motivo di imbarazzo dopo le avventure del suo presidente onorario Carlo De Benedetti, padre – per così dire – degli attuali proprietari del Gruppo dopo esserlo stato in prima persona per decenni:il rapporto troppo intimo tra l’allora editore e Renzi –venuto fuori nell’ambito di un’indagine Consob su un presunto insider trading dell’Ingegnere – ad aver messo recentemente in imbarazzo il quotidiano costringendolo a una decisa rivendicazione della sua indipendenza.
La scelta di Cerno ha forse a che fare anche col secondo terremoto causato a Repubblica da De Benedetti: gli attacchi in tv a Scalfari e al direttore. Dal giorno successivo a quella performance, Calabresi –non proprio uso alla vita di redazione – ha cominciato a presidiare il territorio fin dal mattino, esautorando di fatto il suo condirettore (e, per inciso, provando invano a far schierare la redazione per le dimissioni dell’Ingegnere da presidente onorario).

Leggi sull’argomento: Candidati elezioni politiche, il PD in frantumi sul più bello

Potrebbe interessarti anche