Il kebabbaro del Rione Monti che lavorava invece di stare in quarantena

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-07-14

Doveva rimanere in isolamento domiciliare perché proveniva da un paese a rischio. Ha resistito solo 5 giorni a casa, poi ha aperto la sua attività commerciale mettendo a rischio centinaia di persone

article-post

I carabinieri che ieri hanno chiuso il suo locale nel centralissimo quartiere di Monti hanno scoperto che l’esercente di un negozio di kebab di nazionalità egiziana era al lavoro nel suo negozio anche se doveva stare in quarantena. Cinque giorni di sospensione e vista la violazione dell’isolamento fiduciario in attesa delle ulteriori sanzioni che potrebbero arrivare dal Comune di Roma.

Il kebabbaro del Rione Monti che lavorava invece di stare in quarantena

Il Messaggero racconta oggi nella cronaca di Roma che il commerciante ha resistito solo 5 giorni a casa, poi ha aperto la sua attività commerciale mettendo a rischio centinaia di persone. «Ci vuole maggiore sorveglianza – dice Lisa Roscioni, residente, del coordinamento Rione Monti – ci affidiamo al buon senso dei commercanti stranieri di zona». A Roma, purtroppo, i «casi di importazione» continuano a incidere massicciamente sul contagio da Coronavirus. Sale a 24 il numero di positivi nel Lazio, quattro in più rispetto al monitoraggio di domenica. Anche ieri, la maggior parte dei pazienti è stata rintracciata tra persone provenienti da altri Paesi e resta il Bangladesh in cima alla classifica delle aree di esportazione del virus. Ventidue casi (il 92%) riguardano cittadini arrivati dall’estero, e di questi, 20 hanno un collegamento con voli di rientro dal Bangladesh.

coronavirus lazio
Coronavirus Lazio: i numeri del 13 luglio (Il Messaggero, 14 luglio 2020)

Il contact tracing per la comunità bengalese al drive-in del Santa Caterina delle Rose prosegue. «La situazione è sotto controllo — afferma D’Amato — non c’è alcuno motivo di allarme. L’attività si completerà questa settimana con la ricostruzione dei contatti stretti e dei tracciamenti dei viaggiatori di ritorno rimasti nel Lazio dei quattro voli speciali da Dacca, la gran parte dei quali già individuati e messi in isolamento. Un lavoro senza precedenti per dimensioni di indagine epidemiologica: a oggi sono stati effettuati oltre 5 mila tamponi».

foto copertina via

Leggi anche: Il focolaio nel prosciuttificio di Modena

Potrebbe interessarti anche