Italiani a mano armata

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-06-03

Sono in 4 milioni a detenere legalmente un’arma. Crescita sospetta di appassionati di tiro a volo Per ogni militare ci sono 20 cittadini con pistola

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Gli italiani armati sono in aumento. La Stampa spiega oggi in un dossier che sono 1.315.700 le licenze in vigore per detenzione legale di armi nel 2018, in crescita del 4% rispetto al 2015. Ma, se si aggiungono quelli che non hanno rinnovato la licenza negli ultimi anni (sfuggendo così da ogni monitoraggio), sono almeno 4 milioni le persone che detengono legalmente un’arma in casa:

Per ogni militare (200 mila gli appartenenti alle forze armate) in Italia ci sono insomma 20 “appassionati” che hanno una pistola nel cassetto o un fucile in cassaforte. A dettare l’incremento più marcato è l’uso sportivo (+27% negli ultimi tre anni): sono circa 600 mila le licenze. Tutte le altre tipologie di porto d’armi sono in calo, compresa quella per difesa personale che necessita di una valida motivazione che deve essere riconosciuta in Prefettura.

Se i dati vengono analizzati più attentamente si scopre che sommando il numero degli associati all’Uits e alla Fitav e alle altre federazioni di tiro a volo si arriva a quota 100 mila cui si aggiungono i 40 mila iscritti ai poligoni privati.

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Gli italiani e le armi (La Stampa, 3 giugno 2019)

Giusto per fare un esempio, Luca Traini, che a febbraio di un anno fa aprì il fuoco contro i migranti tra le strade di Macerata, ottenne la licenza in meno tre settimane. Diciotto giorni. Gli stessi in cui, senza difficoltà, si procurò una pistola con regolare licenza.

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Gli italiani e le armi (La Stampa, 3 giugno 2019)

Oggi il Parlamento ha approvato una legge controversa (la numero 36 del 2019). Con la riforma si sono allargate le “maglie” di proporzionalità tra offesa e difesa. Il testo riconosce che la difesa è «sempre» legittima «se taluno usa un’arma legittimamente detenuta o altro mezzo idoneo al fine di difendere la propria o la altrui incolumità, i beni propri o altrui». Chi critica la riforma sostiene che circoleranno «più armi» e quindi ci sarà «più insicurezza». L’indirizzo politico è chiaro. Gli italiani si adeguano.

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