La storia dell’infermiere licenziato per un’intervista su COVID-19 in Toscana

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-06-22

Lavorava all’ospedale San Giovanni di Dio di Torregalli. È stato accusato di aver rilasciato al Tg2 un’intervista lesiva nei confronti dell’ospedale

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Francesco, nome di fantasia, è un operatore sanitario e delegato sindacale Cisl-Fp che lavorava all’ospedale San Giovanni di Dio di Torregalli in Toscana. È stato accusato di aver rilasciato un’intervista lesiva nei confronti dell’ospedale, ha perso il posto di lavoro. Racconta oggi Repubblica Firenze:

Il 17 aprile un dipendente del Torregalli era stato infatti ascoltato dal Tg2 in forma anonima: sulla panchina di un giardino, incappucciato  con la voce distorta elettronicamente per non farsi riconoscere. Nell’occasione aveva criticato la gestione dell’emergenza covid: «I dirigenti non sono stati all’altezza della situazione — aveva detto l’intervistato, additando l’ospedale di non aver creato spazi dedicati solo ai contagiati —. Il Torregalli è fatto ad ali. Loro hanno messo i positivi in tre ali diverse e quindi i pazienti passano dappertutto». L’organizzazione, secondo  l’incappucciato, non avrebbe quindi garantito le necessarie sicurezze.

Asl Centro però non ci sta alle accuse, le ritiene false e «lesive del prestigio aziendale». E così avvia un’indagine interna per risalire all’identità dell’uomo. Attraverso una compagnia esterna analizza il video e valuta la compatibilità tra la voce alterata dell’ignoto e quella di Francesco. Alla fine proprio su di lui viene messa l’etichetta di colpevole. «La perizia fonica ha evidenziato trattarsi della nostro dipendente — spiegano da Asl Centro — in quanto la voce corrisponde alla stessa persona». Francesco invece nega. Ma riceve la lettera di licenziamento.

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Immediata la protesta dei sindacati: chiedono l’intervento del governatore Enrico Rossi e promettono battaglia per un immediato reintegro. Cisl, che ritiene l’atto «di gravità inaudita», ha già fatto la prima mossa, presentando ricorso al Tribunale di Firenze per comportamento antisindacale.

«Inaccettabile — dice Annamaria Furlan, segretaria generale Cisl — si ritiri questo provvedimento immotivato verso chi difende i propri colleghi». Secondo loro infatti non ci sarebbero le prove necessarie per il licenziamento, ritenuto illegittimo. E in più Francesco riveste il ruolo di delegato  sindacale e perciò viene contestata la violazione alla legge 300/70 che tutela la libertà del suo operato.

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