L’inchiesta sulle ambulanze che accendono la sirena per saltare la coda a Roma

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-10-12

Gli autisti sfrecciano sulle corsie preferenziali nel cuore di Roma e nel raccordo  senza reale necessità, ma solo per l’esigenza di muoversi con maggiore rapidità. E ci sono anche quelle abusive

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Un’inchiesta dei carabinieri dei NAS di Roma mette in pessima luce una minoranza di autisti di ambulanze che spesso utilizzano con grande disinvoltura i dispositivi acustici e luminosi. Diciannove i mezzi fermati per i controlli, sedici quelli multati. Secondo la storia che racconta oggi Il Messaggero,  gli autisti sfrecciano sulle corsie preferenziali nel cuore di Roma e nel raccordo  senza reale necessità, ma solo per l’esigenza di muoversi con maggiore rapidità sebbene in assenza di una emergenza. Un abuso non da poco se si considera che quelle corsie sono concepite per chi ha un’effettiva esigenza, come le forze dell’ordine. Oppure altre ambulanze che, con un paziente a bordo, potrebbero essere intralciate da altri colleghi furbastri.

Tra la platea dei mezzi multati non vi è nessuna ambulanza dell’Ares 118 (agenzia regionale per l’emergenza sanitaria). Delle sedici sanzionate, la maggior parte appartiene a privati che, autorizzati dalla Regione, possono trasportare dei pazienti non in gravi condizioni dall’ospedale al domicilio o viceversa. Un mezzo, invece, è di un’azienda che lavora per conto dell’Ares. Le multe, a seconda dei vari profili di responsabilità,hanno comportato il ritiro della patente per il conducente e la confisca dell’ambulanza.

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Le ambulanze a Roma (Il Messaggero, 12 ottobre 2019)

E intanto è stato scoperto un fenomeno tutto romano: le ambulanze abusive.

Vecchi Fiat Ducato con centinaia di chilometri nel tachimetro. Veicoli ormai in disuso, acciaccati senza i fascioni laterali, con gli adesivi staccati, reimpiegati illegalmente per trasporti di pazienti verso gli ospedali. Spostamenti, ovviamente, profumatamente pagati in nero. Dai controlli fuori dai nosocomi della Capitale, effettuati dai carabinieri del Nas e del nucleo radiomobile di Roma tra febbraio e maggio, emerge questa realtà. Si tratta di mezzi privi di qualsiasi licenza che, per certi aspetti, ricordano il fenomeno dei taxi illegali.

Qualcuno, all’interno degli ospedali, telefona al privato che dispone del veicolo. Il mezzo per i pazienti non particolarmente gravi – arriva ed effettua il trasporto verso casa o una clinica privata. A bordo non c’è personale qualificato, ma due persone senza competenze sanitarie. Uno guida e l’altro siede dietro con “l’ospite”. Un mercato nero che genera profitti. Basti pensare che per spostamenti anche di pochi chilometri, due, tre al massimo, vengono richiesti fino a 250 euro.

I reati per i quali sono state presentate diverse denunce, nei confronti della persone fermate a bordo di queste ambulanze,sono l’inosservanza dei provvedimenti dell’autorità ed esercizio abusivo della professione.

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