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Il volpacchiotto di San Cataldo investito: prima e dopo la cura

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-07-16

Ha resistito, sebbene sfinito dal dolore e tra immaginabili sofferenze dovute al trauma; ha superato ottimamente l’intervento chirurgico e tutta la fase di decorso postoperatorio. Adesso è in fase di riabilitazione e presto potrà tornare alla vita selvatica dopo la reimmissione in natura

Si chiama Ettore il volpacchiotto che nei giorni scorsi era stato investito da un pirata della strada nei pressi del centro commerciale a San Cataldo (CL). Per oltre 24 ore l’animale, ferito e quasi immobilizzato, è rimasto ai bordi della strada senza essere soccorso. Poi è intervenuta la Polizia Municipale di San Cataldo, mente una giovane coppia sancataldese ha segnalato la piccola volpe ferita alle Guardie Giurate del WWF. Subito dopo è intervenuta una pattuglia della municipale che, insieme al signor Massimo Minglino ed al figlio, hanno assistito l’animale sino all’arrivo delle Guardie WWF, specializzate nella tutela della fauna selvatica.

Così il piccolo Ettore è stato messo in sicurezza dagli esperti della nota Associazione ambientalista; stante le gravi condizioni di salute accertate sul momento e la notevole distanza geografica dal Centro Recupero Fauna Selvatica di Ficuzza/Corleone (PA), le Guardie WWF hanno deciso di trasferire la volpe presso l’ambulatorio veterinario “Kalat Nissa” di Caltanissetta, ove attualmente si trova in cura, dopo essere stata sottoposta ad intervento chirurgico ad una zampa posteriore. I veterinari Andrea Cortese e Stefania Turco, infatti, hanno effettuato un intervento di osteosintesi del femore destro, che presentava una frattura scomposta e frammentata a seguito del probabile impatto con un veicolo.

Ettore volpe cover

Questa volta per Ettore è andata bene: ha superato ottimamente l’intervento chirurgico e tutta la fase di decorso postoperatorio. Adesso è in fase di riabilitazione e presto potrà tornare alla vita selvatica dopo la reimmissione in natura; la volpe, infatti, è un canide tipico della fauna mediterranea, specie protetta dalla legge n. 157 del 1992 che qualifica tutta la fauna come “patrimonio indisponibile dello Stato”, prevedendo sanzioni penali per la cattura, uccisione o detenzione degli animali selvatici.

Il Codice della Strada sanziona l’omissione di soccorso anche degli animali: “il legislatore ha previsto l’obbligo di fermarsi e procedere ad allertare determinati soggetti con la finalità di assicurare un tempestivo intervento di assistenza all’animale ferito – dichiara Ennio Bonfanti, coordinatore provinciale delle Guardie ambientali, venatorie e zoofile del WWF -; è importante sottolineare che anche chi assiste ovvero è comunque coinvolto nell’evento, e non si premura di attivarsi per garantire la sollecita assistenza necessaria, è passibile di sanzione, seppur di entità ridotta”.

Secondo l’art. 189 comma 9 bis del Decreto Legislativo n. 285 del 992, infatti, «l’utente della strada, in caso di incidente comunque ricollegabile al suo comportamento, da cui derivi danno a uno o più animali d’affezione, da reddito o protetti, ha l’obbligo di fermarsi e di porre in atto ogni misura idonea ad assicurare un tempestivo intervento di soccorso agli animali che abbiano subìto il danno. Chiunque non ottempera agli obblighi di cui al periodo precedente è punito con la sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 413 a euro 1.656 (…); le persone coinvolte in un incidente con danno a uno o più animali d’affezione, da reddito o protetti devono porre in atto ogni misura idonea ad assicurare un tempestivo intervento di soccorso».

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