Attualità
Il vigile che porta la moglie estetista a fare le unghie alle colleghe
di neXtQuotidiano
Pubblicato il 2020-05-06
Il vigile e sindacalista P.B.D.A. si portava la moglie al lavoro e la faceva lavorare con le colleghe. Poi in chat su Whatsapp ipotizzava di boicottare il piano del Comando per i controlli anti-COVID-19
In piena emergenza Coronavirus, quando per il lockdown disposto dai decreti emanati dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte non era permesso a nessuno di uscire da casa senza un motivo più che valido, l’agente P.B.D.A. si era recato al lavoro, la sede del comando del Pics, il Nucleo di Pronto intervento del centro storico, insieme con la moglie che si era resa disponibile per prendersi cura della bellezza e occuparsi della manicure delle colleghe rimaste prive della loro professionista di fiducia. Una storia che fa ancora di più capire come in Italia la situazione sia disperata ma non seria e che è raccontata oggi dal Messaggero:
Per ben due volte, il 6 e il 7 aprile, dunque quando il rischio di diffusione del coronavirus era al suo picco massimo, l’agente ha accompagnato la moglie sul suo posto di lavoro, reperendole le nuove clienti, mentre per legge a estetisti e parrucchieri era – e in realtà lo è tutt’ora, anche adesso che siamo in avvio di Fase 2 – proibito esercitare la loro professione. Levigilesse, secondo quanto ricostruito, avrebbero avuto almeno una accortezza, quella di timbrare un’ora di permesso per dedicarsi a mani e unghie, fatto che, tuttavia, non le ha risparmiate dal finire sotto inchiesta disciplinare.
Sarà giudicato a livello disciplinare davanti al “tribunale” del Tempio di Giove (indirizzo in cui ha sede il Dipartimento Risorse umane del Campidoglio) anche l’agente che, nel frattempo, è stato denunciato alla Procura per i reati di epidemia colposa e peculato d’uso in relazione alla condotta sul luogo di lavoro. Sia lui che la moglie sono stati, inoltre, sanzionati per la violazione delle disposizioni del Governo in materia di libera circolazione, la donna anche per avere espletato un’attività vietata, se non l’esercizio abusivo della professione. Sanzioni che vanno da un minimo di 400 a un massimo di tremila euro.
La parte che rende il tutto ancora più divertente è che il vigile è un sindacalista e intanto chiedeva soldi per i servizi straordinari
Un vero salasso per P.B.D.A., che ambiva, invece, a vedersi riconosciuto nello stipendio uno straordinario da ben 450 euro. Il sindacalista dell’Ospol, infatti, alla vigilia delle festività del 25 aprile e del 1 maggio, aveva invitato numerosi colleghi, altri sindacalisti e funzionari della Polizia locale di Roma Capitale a unirsi a una chat di WhatSApp in cui aveva diffuso un messaggio vocale decisamente perentorio con l’intenzione di boicottare il piano del Comando per i controlli anti-Covid sulle strade. «Se non ci danno 450 euro di straordinari per strada a fare i controlli ci vanno loro», urlava.