Il silenzio di Salvini e Di Maio su Sacko

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2018-06-05

Il ministro dell’Interno e il responsabile del Lavoro, impegnati in incontri organizzati per propaganda, hanno improvvisamente perso la voce per l’omicidio del sindacalista USB. E i motivi del silenzio sono chiarissimi

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Da quando è stato nominato ministro dell’Interno, Matteo Salvini ha dato un’interpretazione del ruolo tutta sua: dichiarazioni, post su Facebook, incidenti diplomatici con la Tunisia è così via. Ma sul grave fatto di cronaca che ha portato alla morte di Soumayla Sacko, pur facendo parte di una tematica che dovrebbe stargli a cuore, non ha spiccicato una sola parola.

Il silenzio di Salvini e Di Maio su Sacko

Anche Luigi Di Maio fornisce un’interpretazione del ruolo di ministro dello Sviluppo e del Lavoro molto movimentata, con incontro con i riders senza tutele e con imprenditori. Purtroppo, sull’omicidio di un sindacalista il ministro del Lavoro finora non ha trovato nulla da dire. Così come il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, che essendo a capo del governo ha una responsabilità politica sulle competenze degli altri due, avrebbe potuto provare a dire due parole due di interesse nazionale. Niente, anche lui ha perso improvvisamente la voce e la password di Facebook.

luigi di maio matteo salvini

I motivi di questo silenzio sono perfettamente spiegabili: Soumayla Sacko non è utilizzabile per propaganda e il suo è un delitto la cui spiegazione segue due piste: la criminalità organizzata o il razzismo. Soumayla potrebbe aver pagato una “invasione di campo” commessa quando, insieme con due connazionali, ha tentato di portar via delle lamiere dalla fabbrica dismessa in cui è avvenuta la tragedia.

Le indagini sull’omicidio di Soumayla Sacko

Chi ha sparato — dicono i rilievi e raccontano oggi i giornali — era nel cortile di una casa diroccata, a circa 100 metri dall’ex fornace. Per quattro volte ha preso la mira e ha fatto fuoco, per poi allontanarsi. I due braccianti che hanno assistito impotenti alla morte dell’amico ne hanno indicato con precisione l’identikit. Si tratterebbe di un uomo bianco, di carnagione chiara, anziano, vestito con una maglia scura e pantaloni grigi. Si è allontanato — hanno raccontato — su una vecchia Panda bianca, la cui targa inizia con AW.

soumayla sacko

“Sacko –afferma Abobakar Soumaoro di USB al Fatto Quotidiano –è stato assassinato in un contesto politico. Un ministro della Repubblica ha dichiarato in questi giorni che è finita la pacchia”. Chiaro il riferimento a Matteo Salvini che si prende le bacchettate pure di don Pino De Masi, il prete di Libera che, in merito all’omicidio del migrante, punta il dito su un “cli ma che certamente non è stato favorevole. Dobbiamo abbassare i toni altrimenti i frutti sono questi. Mi auguro che la campagnaelettorale siafinita per tutti e che chi governa comprenda che lo faccia per il Paese”. I motivi del silenzio sono quindi chiarissimi: né Di Maio né Salvini possono utilizzare l’omicidio di Sacko nella campagna elettorale permanente in cui vogliono coinvolgere il Belpaese. Soumayla Sacko non fa parte della loro narrazione. Per questo è il caso di dimenticarlo. Magari oggi Conte nel discorso alla Camera lo ricorderà. O forse no, perché non è nel contratto (cit.).

Leggi sull’argomento: La criminalità organizzata ha ucciso Soumayla Sacko?

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