Il poliziotto che ha sparato sei colpi a Jefferson Tomalà durante un TSO è stato assolto

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-09-26

L’agente, difeso dagli avvocati Giulia Liberti e Antonio Rubino, è stato assolto perché il fatto non costituisce reato. In pratica, è stata riconosciuta la causa di giustificazione della legittima difesa

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Il gip Silvia Carpanini ha assolto Luca Pedemonte, l’agente accusato di eccesso colposo di legittima difesa per aver sparato e ucciso Jefferson Tomalà nel corso di un Tso nel giugno 2018. Il pm Walter Cotugno aveva chiesto l’assoluzione. Fuori dal tribunale amici e parenti del giovane hanno chiesto “giustizia e verità”. Il pm aveva già chiesto l’archiviazione ma il gip Franca Borzone aveva disposto l’imputazione coatta. Il difensore dell’agente, Antonio Rubino, ha chiesto il rito abbreviato.

Il poliziotto che ha sparato sei colpi a Jefferson Tomalà durante un TSO è stato assolto

Secondo quanto ricostruito, il giovane  si era barricato in una stanza di casa con un coltello, i familiari avevano chiesto aiuto perché minacciava di ucciderli e di suicidarsi. Era infuriato per una lite avvenuta il giorno prima con la compagna, madre della loro bimba di due mesi. Sul posto arrivarono gli uomini delle volanti che prima trattarono, poi fecero irruzione spruzzando spray al peperoncino per bloccarlo e sottoporlo a Tso. Il giovane aggredì e ferì un collega e l’agente sparò sei colpi, uccidendo Tomalà. L’agente, difeso dagli avvocati Giulia Liberti e Antonio Rubino, è stato assolto perché il fatto non costituisce reato. In pratica, è stata riconosciuta la causa di giustificazione della legittima difesa.

jefferson tomalà 1

All’epoca Salvini si schierò dalla parte del poliziotto mentre il capo della Polizia Gabrielli disse di aver “trovato bene entrambi gli agenti,” definì “risolutivo” l’intervento del collega più giovane, anche se “queste vicende lasciano sempre un aspetto di amarezza, perché quando muore una persona, anche se è una persona che delinque, che si è posta in una condizione di offesa nei nostri confronti, credo che non sia mai una cosa positiva.”

In una testimonianza rilasciata a una tv locale la fidanzata di Jefferson dichiarò all’epoca: “Io potevo salvare Jeff, ma quando sono arrivata, dieci minuti prima che fosse ucciso, i poliziotti mi hanno impedito di entrare nella camera dove si era rinchiuso. Io lo avrei calmato. Poi ho sentito i colpi di pistola, tanti…”.

 

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