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Il Giornale e la casa di Bonafede arredata dal ministero

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-02-07

A giugno 2018, il capo della Segreteria di Bonafede invia una richiesta per «l’allestimento dell’alloggio riservato al ministro» con «arredi idonei a consentire il pernottamento» e l’utilizzo «nell’arco completo della giornata». Totale degli acquisti: 11.093,59 euro. Più iva

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Il Giornale punta oggi il dito sull’«l’alloggio riservato» di Alfonso Bonafede in una palazzina di San Paolo alla Regola. Giuseppe De Lorenzo scrive che è stato arredato appositamente per il ministro dal ministero della Giustizia.

Il Giornale e la casa di Bonafede arredata dal ministero

Il Giornale cita sei atti firmati dal capo di Gabinetto di Bonafede Fulvio Baldi:

A giugno 2018, il capo della Segreteria di Bonafede invia una richiesta per «l’allestimento dell’alloggio riservato al ministro» con «arredi idonei a consentire il pernottamento» e l’utilizzo «nell’arco completo della giornata». L’importo per il solo mobilio è di 4.390,40 euro più iva per un letto matrimoniale, un comò, un paio di comodini, due lampade, un divano e un tavolo con quattro sedie. Poco tempo dopo la «cameretta» ministeriale viene completata con l’aggiunta di piccoli elettrodomestici: un fornello a induzione (85 euro), un forno a microonde (120 euro) e un bollitore (78,50 euro).

Diverso, invece, il discorso per 4 televisori: il costo complessivo a bilancio risulta di 2.315 euro oltre iva, ma comprende anche due apparecchi per le segreterie dei sottosegretari. Storia simile per due frigobar da ufficio, pagati 923,29 euro ed assegnati uno al capo dell’Ufficio legislativo e l’altro all’alloggio del ministro. A completare l’arredamento, infine, le tende oscuranti da 2.370 euro e la biancheria da bagno, da letto e da tavola per 811,40 euro. Totale degli acquisti: 11.093,59 euro. Più iva.

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Lo staff di Bonafede fa sapere che il locale di circa 40 mq era stato ristrutturato in passato e già «destinato a uso foresteria esclusivo del ministro». Lui ha solo aggiunto alcuni arredi per utilizzarlo come «punto di appoggio» a Roma, visto che normalmente fa il pendolare da Firenze. Una decisione che sarebbe dettata da motivi di «maggior sicurezza» ma anche di «economicità» perché il soggiorno in albergo, causa l’impiego di 15 agenti,comportava«grandi spese per la garanzia della sicurezza». La storia è diventata nel frattempo un must su facebook nelle pagine dell’ultradestra:

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Ma, spiega il quotidiano, Bonafede trattiene 3mila euro forfettari che, regolamento M5S alla mano,servono per «le spese generali e di diaria» incluse quelle di soggiorno, vitto, trasporti e telefoniche.

Chi abita a Roma e provincia, però, dovrebbe conservarne solo 2mila. Fa così, per esempio, Paola Taverna che abita nella Capitale. La domanda è: una volt aottenuto l’alloggio di servizio, il Guardasigilli non avrebbe forse dovuto rinunciare ad altri mille euro al mese? «Lui risiede a Firenze e ha restituito 309.591,62 euro», taglia corto lo staff.

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