Il comune leghista di Ferrara condannato per i buoni spesa solo agli italiani

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-04-30

La delibera bocciata dal tribunale: “Rappresenta una condotta discriminatoria”. Poneva il requisito del permesso di soggiorno e dava priorità a favore dei cittadini italiani

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La delibera con cui il Comune di Ferrara aveva fissato come criteri per ottenere i buoni spesa, per le persone in difficoltà nell’emergenza Covid, il requisito del permesso di soggiorno per gli stranieri extra Ue e una priorità a favore dei cittadini italiani rappresenta “una condotta discriminatoria”. Lo ha stabilito il tribunale ferrarese, accogliendo un ricorso presentato da Asgi (Associazione degli studi giuridici sull’immigrazione) e dai sindacati e ordinando all’amministrazione di riformulare i criteri.

Il comune leghista di Ferrara condannato per i buoni spesa solo agli italiani

Nell’ordinanza che accoglie il ricorso si legge infatti che quei criteri sono “discriminatori” in quanto “contengono, per gli stranieri extra Ue, il requisito del permesso di soggiorno Ce per soggiornanti di lungo periodo, anziché i soli requisiti relativi alla condizione di disagio economico e alla domiciliazione nel territorio comunale”. Inoltre, è stata ritenuta discriminatoria anche la parte della delibera, datata 1 aprile, che “prevede un ordine di priorità a favore dei cittadini italiani, quindi degli appartenenti all’Unione Europea e, infine, ai cittadini non appartenenti alla Ue”. Da qui la decisione di “ordinare al Comune di riformulare i criteri” senza le clausole che erano state predisposte, “consentendo la presentazione di nuove domande, prefissando un termine idoneo e attribuendo ai nuovi richiedenti il medesimo importo attribuito ai primi richiedenti che si trovassero nella stessa condizione, applicando per gli uni e per gli altri i medesimi criteri”. “La decisione della giunta è un’offesa – aveva detto all’epoca Leonardo Fiorentini di Emilia-Romagna Coraggiosa – anche nel tragico momento che stiamo vivendo insieme, italiani e non”. Per il coordinatore della lista, “classificare le persone non in base al bisogno e allo stato di necessità ma in base alla nazionalità è politicamente ed eticamente vergognoso, ancora più – aggiunge – in questo momento di crisi sanitaria”. In Romagna anche la giunta di centrodestra di Forlì ha adottato lo stesso criterio di assegnazione mentre Rimini (centrosinistra) richiede la residenza nel Comune.

“A Ferrara Alan Fabbri ha deciso di alimentare una quanto mai insopportabile guerra tra poveri, classificando in base alla nazionalità i nuclei che hanno bisogno della solidarietà alimentare”, aveva aggiunto il consigliere regionale Igor Taruffi. “Si tratta di un atteggiamento in contrasto con i principi costituzionali. Un fatto grave, che denota ancora una volta come questa destra sia sempre e solo impegnata a soffiare sul fuoco della discriminazione”. Dal canto suo, Fabbri rivendicava la scelta sostenendo che “i buoni spesa legati a questa emergenza devono essere utilizzati soprattutto da chi non usufruisce e non ha mai usufruito di altri aiuti: devono servire ai lavoratori precari, ai professionisti che si trovano all’improvviso senza entrate, ai cassaintegrati e agli imprenditori bloccati nelle loro attività. E’ evidente che chi già è seguito dai servizi sociali, in termini economici, continuerà ad esserlo”. Secondo il sindaco leghista “le polemiche sui criteri che abbiamo individuato per l’assegnazione dei buoni spesa sono frutto di un pregiudizio politico che pretende, ancora una volta, di indirizzare qualsiasi forma di sostegno sempre alle stesse fasce di popolazione, fingendo di non sapere che senza fissare regole chiare si rischia di erogare aiuti, ancora una volta, soprattutto agli immigrati che già accedono a tante altre forme di sostegno”.

alan fabbri

Oggi invece Fabbri dice che la decisione del tribunale “attacca l’Italia”: Una decisione “assurda”, che rappresenta “un attacco vero e proprio all’Italia e alle categorie di persone che hanno sempre lavorato e pagato le tasse, e che mantengono già a proprie spese i richiedenti asilo da troppo tempo”, dice. Nel suo commento alla sentenza, affidato alla propria pagina Facebook, il primo cittadino ferrarese annuncia che più tardi sarà in diretta per spiegare la pronuncia del giudice, “che mette a rischio i buoni spesa per tantissime famiglie e beffa le categorie produttive che hanno costruito il welfare del Paese”. Da parte sua, comunque, Fabbri assicura che “resisterò e andrò avanti su questa linea fino in fondo. Non tradirò – conclude- la fiducia dei miei cittadini: lo devo ai tanti italiani e stranieri che continuano a non poter mettere un pasto a tavola senza ricevere alcuna risposta dallo Stato”.

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