Attualità
Ignazio Marino: la parola alla difesa
di Alessandro D'Amato
Pubblicato il 2015-10-20
L’ex sindaco convoca una conferenza stampa per illustrare la visita ai giudici di ieri. Ma non spiega, od omette di rispondere alle domande dei giornalisti sul tema. E non dice nemmeno se ha intenzione di ricandidarsi
Ignazio Marino ha convocato oggi una conferenza stampa al Campidoglio per illustrare la sua posizione a proposito dell’inchiesta su scontrini e giustificativi di spesa. L’ex sindaco ha parlato soltanto una decina di minuti prima di lasciare la parola al suo avvocato, che ha poi risposto alle domande dei giornalisti.
Ignazio Marino: la parola alla difesa
«Gli esposti di M5S e di Fratelli d’Italia sono vergognosi: in uno degli esposti c’è scritto che il sindaco avrebbe usato le risorse pubbliche per la tintoria. La tintoria serviva a lavare gli abiti storici dei trombettieri di Vitorchiano che suonano durante le visite dei ministri esteri. E questo è soltanto un esempio», esordisce l’ex sindaco di Roma. «Ho illustrato ieri in procura la verità dei fatti. Non ho mai utilizzato denaro pubblico a scopo privato, semmai il contrario: mi sono recato per due giorni a New York dove ho incontrato finanziatori per confrontare il lavoro fatto nell’housing sociale a New York e la gestione del patrimonio pubblico. Era il primo settembre, sono partito il 31 agosto e ho lavorato con la commissione specifica. Il giorno dopo ho avuto un incontro con Bill De Blasio al termine del quale abbiamo fatto una conferenza stampa. Può essere considerato questo un viaggio istituzionale? Sì, ma siccome ero al termine di una vacanza decisi di pagare l’albergo (700 euro) con i soldi miei personali. Credo insomma che questi siano gli elementi più importanti da riferire e vi ringrazio», chiude Marino. Poi parla Enzo Musco, professore di diritto penale a Tor Vergata e avvocato dell’ex sindaco, che l’ha accompagnato ieri in Procura a Roma. Musco conferma che il sindaco è stato ascoltato come persona informata dei fatti e tutta la vicenda è stata iscritta a modello 95, ovvero come notizie non costituenti reato. «Noi ci siamo difesi su tutti i fronti, soprattutto sulla questione degli scontrini, non accusando nessuno ma descrivendo il modus operandi della burocrazia romana rispetto agli scontrini e ai giustificativi. Questi scontrini venivano registrati a distanza di tempo, chi li registrava non commetteva falsità ideologica o materiale perché seguiva una prassi convalidata dal regolamento dell’ANCI in merito ai rimborsi per attività svolte a favore dell’ente». Poi continua: «Chi di voi ricorda con chi ha cenato tre mesi fa? Io non lo ricordo. Secondo voi il sindaco poteva ricordare tutte le persone con le quali ha cenato? Per tutti i casi però il sindaco Marino ha dato una spiegazione più che convincente. E questo riabilita la sua figura, visto che era sembrato un peculatore mentre è un gran galantuomo che ha speso denaro personale per finalità pubblica».
Le domande dei giornalisti
La prima domanda riguarda il futuro politico di Marino: gli chiedono se ha intenzione di ricandidarsi. «Come prevede la legge, ho firmato la lettera prendendomi 20 giorni per le opportune riflessioni. Non ho altro da aggiungere». «Non ho nessun commento da fare in quanto ho riferito alla magistratura», chiude il sindaco quando arriva una domanda sugli scontrini. La conferenza stampa del sindaco, come le versioni date ieri ai magistrati, non spiega molto sull’accaduto e sulle responsabilità politiche (prima ancora che penali) riguardo gli scontrini. Marino non risponde alle domande dei giornalisti, non torna nel dettaglio nelle spese e il suo avvocato fa sapere che il suo assistito “si è difeso su tutti i fronti” pur avendo premesso che non è indagato. Se la risposta di Marino all’accaduto è dire che le segretarie hanno firmato atti a sua insaputa è evidente che l’ex sindaco non ha capito la domanda. Di trasparenza, sì. Ma soprattutto di responsabilità.