I vigili a Napoli non sanno se stanno fermando un positivo che ha violato la quarantena

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-10-16

Le sanzioni per i positivi al Coronavirus che evadono la quarantena sono severissime e comprendono anche l’arresto del soggetto con il carcere fino a 18 mesi. Peccato che a Napoli i vigili non possano applicarle. Non c’è un database che possa informarli su chi stanno controllando per sapere se sia un contagiato

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Le sanzioni per i positivi al Coronavirus che evadono la quarantena sono severissime e comprendono anche l’arresto del soggetto con il carcere fino a 18 mesi in caso di condanna. Peccato che a Napoli i vigili non possano applicarle. Non c’è un database che possa informarli quando controllano qualcuno per strada se si trovino di fronte a un contagiato. Il Mattino racconta che gli agenti della polizia locale di Napoli hanno grosse difficoltà a reperire i dati se si trovano di fronte a un cittadino napoletano. Se poi si trovano nella circostanza di effettuare un controllo a una persona che abita fuori città gli accertamenti diventano impossibili. Gli unici controlli che possono fare i vigili insomma sono quelli sull’uso della mascherina e sul rispetto delle norme anti Coronavirus:

I controlli sulle possibili fughe da casa di contagiati o persone messe in quarantena non possono essere effettuati dalla polizia municipale di Napoli perché non esiste un database telematico a disposizione degli agenti che sono in strada. Insomma, se un vigile ferma una persona per un semplice controllo, non ha nessuna possibilità immediata di sapere se si trova di fronte un soggetto che ha violato una delle norme più importanti in questi drammatico periodo di pandemia.

vigili non possono controllare chi viola la quarantena napoli 1

 

Quotidianamente la Asl trasmette a tutte le autorità l’elenco delle persone contagiate e di quelle che sono in quarantena fiduciaria; quel documento viene consegnato anche al Comune che, così, riesce ad avere piena conoscenza della situazione epidemiologica nella città. Tutti i dati, però, non vengono fatti confluire in un database ufficiale e consultabile in tempo reale da parte della polizia municipale. Lo conferma, con imbarazzo, un agente che spiega «per noi la questione è doppiamente difficile da digerire perché non solo non riusciamo a fermare chi viola una norma così importante, ma rischiamo anche di avere contatti ravvicinati con contagiati senza avere la possibilità di scoprirlo». La questione è trasversale e riguarda buona parte del Paese nel quale le polizie municipali si organizzano come possono, senza avere direttive ufficiali né un elenco nazionale al quale accedere.

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