I trafficanti di droga che prendevano il reddito di cittadinanza a Messina

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-02-25

Nove degli 11 destinatari di provvedimento cautelare eseguito dalla Finanza nei confronti di una banda di trafficanti di droga facevano parte di famiglie che avevano reddito di cittadinanza, uno di loro era poi diretto percettore del sussidio

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I finanzieri del Comando provinciale di Messina hanno eseguito un’ordinanza cautelare nei confronti di 11 persone (5 dei quali in carcere, 4 agli arresti domiciliari e 2 con obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria), componenti di un’organizzazione criminale che gestiva un vasto giro di cocaina, hashish e marijuana. Nove degli 11 destinatari di provvedimento cautelare eseguito dalla Finanza nei confronti di una banda di trafficanti di droga facevano parte di famiglie che avevano reddito di cittadinanza, uno di loro era poi diretto percettore del sussidio.

Le indagini, condotte dai militari del Gruppo di Messina e dirette dalla Direzione Distrettuale Antimafia, nascono dagli accertamenti effettuati dopo l’arresto, avvenuto il 26 settembre 2018, di due messinesi, sorpresi agli imbarcaderi dei traghetti privati mentre trasportavano oltre due chili e 400 grammi di cocaina e hashish, nascosti nelle fiancate della loro auto. Il quantitativo di droga sequestrato, l’elevato grado di purezza, pari al 76%, e le modalità operative adottate dagli arrestati, hanno spinto gli inquirenti a ipotizzare che non si trattasse di un episodio isolato. Il 2 febbraio 2019, le Fiamme Gialle, sempre nell’ambito della stessa inchiesta, arrestarono un messinese sorpreso al rientro da Catania, a bordo di un’auto noleggiata con 5 chili di marijuana.

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Le indagini sono proseguite per oltre un anno e hanno portato alla scoperta dell’organizzazione criminale che gestiva un grosso traffico di stupefacenti e che aveva la sua base nel rione Giostra di Messina, con canali di approvvigionamento in Calabria, a Catania e nella stessa città dello Stretto. Nel corso degli accertamenti gli investigatori hanno fatto irruzione nell’abitazione di uno degli arrestati, nel Rione Giostra, sorprendendo due fornitori catanesi, oltre al proprietario della casa e il capo dell’organizzazione, e sequestrando altri 5 chili di marijuana.

La banda aveva impiantato in un’abitazione nel rione Giostra un servizio di distribuzione di droga operativo 24 ore su 24, grazie ad un sistema di turnazione tra gli appartenenti che si alternavano ai padroni di casa, al capo della banda e alla moglie, anche loro arrestati oggi. Come una normale attività lavorativa, gli indagati si davano il cambio e pagavano lo straordinario per i turni di “reperibilità” come veri e propri dipendenti di un supermarket dello stupefacente. I pusher, per le loro prestazioni, guadagnavano 1200 euro al mese.

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