Attualità
I tamponi in Lombardia fermi da domani
di neXtQuotidiano
Pubblicato il 2020-04-16
L’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia e dell’Emilia-Romagna ha scorte per altre 48 ore. Fino alle 23 di domani sera la struttura, che tra le due sedi di Brescia e Pavia processa fino a 3mila tamponi al giorno, non si fermerà ma a quell’ora i reagenti che servono a individuare il genoma virale del Sars-Cov-2 saranno finiti
Da domani i tamponi in Lombardia per l’emergenza Coronavirus SARS-COV-2 e COVID-19 si fermeranno. Ma non per sciopero. Scrive oggi Marco Pasciuti sul Fatto Quotidiano che l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia e dell’Emilia-Romagna ha scorte per altre 48 ore. Fino alle 23 di domani sera la struttura, che tra le due sedi di Brescia e Pavia processa fino a 3mila tamponi al giorno, non si fermerà ma a quell’ora i reagenti che servono a individuare il genoma virale del Sars-Cov-2 saranno finiti.
“Arriviamo a venerdì. Siamo agli sgoccioli, i nostri due fornitori statunitensi non ce la fanno spiega il direttore generale Piero Frazzi -. Ci manca soprattutto l’estrattore, la sostanza che serve a tirare fuori dal virus l’Rna che deve essere analizzato”. Per farlo occorre poi un altro reagente, che viene utilizzato per quella che in gergo tecnico si chiama “amplificazione” dell’acido nucleico. “È difficile trovare anche quello –prosegue Frazzi – Ci siamo rivolti a un’azienda italiana, ci hanno mandato un campione, lo abbiamo testato e abbiamo visto che funziona. Ora speriamo che riescano a inviarcene in quantità sufficiente. Ma per l’estrattore stiamo cercando un’altra ditta. Con le scorte non arriviamo oltre i due giorni”.
Non si tratta però di un problema soltanto italiano:
La pandemia ha fatto sì che i grandi produttori, Usa e Cina, tendano a tenere buona parte della produzione per il mercato interno e i Paesi che non hanno produzione propria o ne hanno poca, come l’Italia, facciano fatica a rifornirsi. Ad aggravare la situazione è arrivata la decisione di Pechino di consentire dal 1° aprile le esportazioni solo alle aziende in possesso dell’a c cr e dito rilasciato dal suo ministero del Commercio. L’impennata delle richieste, poi, fa sì che a mancare siano le stesse materie prime necessarie alla produzione,come l’etanolo.
In questo quadro lo Zooprofilattico, il primo istituto incaricato dal ministero della Salute all’inizio dell’emergenza di garantire le analisi, è la cartina al tornasole di una penuria che affligge i laboratori di microbiologia molecolare di tutta Italia e della Regione più piagata dal virus. Con 36mila test processati, e solo per conto di enti pubblici, l’istituto è uno dei 31 accreditati e analizza 2.200 campioni al giorno a Brescia e altri 800 a Pavia, 2.500 dei quali provenienti dalle aziende socio-sanitarie territoriali della sola Lombardia.