I quartieri a luci rosse nelle città normali

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2015-02-07

In un paese anormale è difficile crederlo, ma ci sono città dove la prostituzione è regolamentata, igienicamente protetta, a posto con le tasse, invece che in mezzo a una strada o nascosta nei cespugli dei giardinetti pubblici dove poi al mattino giocano i bambini. Idea terrorizzante, vero?

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Mentre in Italia suscita scandalo che si appronti una zona di quartiere a luci rosse per le prostitute a Roma, in alcuni paesi europei tutto ciò è invece normale. Non solo: nelle legislazioni di alcuni di questi paesi la prostituzione è persino legalizzata e regolamentata, e – udite udite! – c’è persino chi ci paga le tasse sopra, come sarebbe normale per una professione senza sfruttatori. In Olanda, Germania e Svizzera la prostituzione  deve rispettare alcune leggi, ma è una professione come un altra. E in queste città ci sono quartieri a luci rosse, dove chi vuole può godere dei servizi offerti ma nessuno è costretto a stare al freddo e in clandestinità, come attualmente succede da noi. Pensate un po’: a poche ore di aereo da casa nostra ci sono città dove la prostituzione è regolamentata, igienicamente protetta, a posto con le tasse, invece che in mezzo a una strada o nascosta nei cespugli dei giardinetti pubblici dove poi al mattino giocano i bambini. Idea terrorizzante, vero?

De Wallen: ragazze in vetrina (fonte foto)
De Wallen: ragazze in vetrina (fonte foto)

I QUARTIERI A LUCI ROSSE IN EUROPA
Il più famoso quartiere a luci rosse in Olanda è “De Wallen”, che è una delle principali attrazioni per i turisti che visitano Amsterdam. In Olanda è vietato esercitare la prostituzione in strada. La professione è anche protetta, visto che ci sono limitazioni per lavorare in questi quartieri a chi non è un cittadino dell’Unione Europea. I piccoli appartamenti che si trovano nell’intricata combinazione di viuzze e canali dell’antico quartiere sono abitati da prostitute che mettono in vendita le loro prestazioni dietro una vetrina illuminata. La zona offre anche sexy shop e locali notturni con spettacoli erotici dal vivo, un museo del sesso e un museo della cannabis. Nella zona le prostitute sono di casa dal XIV secolo. Negli ultimi anni alcuni rapporti della polizia hanno denunciato lo sfruttamento per alcune delle donne che si trovavano ad esercitare nel quartiere, provocando il cambio delle regole da parte del governo, che nel frattempo ha anche chiuso molti esercizi commerciali di questo tipo per le accuse di sfruttamento. In Germania nel quartiere di Sankt Pauli ad Amburgo la Repenbahn, che però non è una zona dedicata soltanto ai locali a luci rosse visto che c’è un teatro, locali di musica live e casinò. Ma ci sono anche diversi sex shop, bar e locali che offrono sex show, peep show o spettacoli di travestiti. Altra città che ospita una zona dedicata alla prostituzione è Norimberga, nella strada che costeggia il Frauentormauer (muro di cinta medioevale).
Sankt Pauli, Amburgo
Sankt Pauli, Amburgo

 
Nella Herbertstraße le prostitute ricevono in case chiuse, la strada è accessibile ai soli maggiorenni. La zona è sorvegliatissima dalle forze dell’ordine ed è quindi diventata, per assurdo e giocoforza, una delle più sicure della regione.  Altra città che ospita una zona dedicata alla prostituzione è Norimberga, nella strada che costeggia il Frauentormauer (muro di cinta medioevale). Si trova a circa 12 minuti a piedi dalla stazione ferroviaria principale. I prezzi in zona partono dai 25 euro, anche se la maggior parte delle prostitute chiede 50 euro a prestazione. I tenutari delle stanze si prendono una percentuale sul compenso, spesso esosa. Gli esperti raccontano che sui prezzi si può trattare.

I SEX BOX DI ZURIGO
I sex box di Zurigo hanno fatto parlare tanto la stampa: si tratta di parcheggi aperti in legno costruiti per permettere alle prostitute e ai clienti di “interagire”, che si trovano nell’ex zona industriale di Alstetten. Per costruirle l’amministrazione ha speso 2,6 milioni di franchi e incredibilmente – per noi – nessuno ha protestato, visto che è sembrata la migliore soluzione per tutti: chi vuole usufruire di una prestazione deve avere per forza l’automobile, altrimenti non può entrare, non ci sono telecamere di videosorveglianza ma le lavoratrici del sesso hanno bisogno di un permesso e devono pagare una piccola tassa (avete presente? Quelle cose che permettono di accedere ai servizi), hanno un pulsante antipanico a cui appellarsi in caso di pericoli o semplici problemi, e un servizio di assistenza sociale. E a Parigi?

Benvenuti a SoPi, ovvero South Pigalle, il perimetro del nono arrondissement tra il boulevard Clichy, un tempo via del peccato, e la Butte Montmartre, che non è più la collina bohème degli artisti, e nemmeno quel crocevia tra sesso e criminalità. Ci sono sempre le carovane di turisti che scendono dai pullman davanti al Moulin Rouge ma di rosso è rimasto ben poco. Nonostante il nome sporcaccione, il Dirty Dick è un locale di tendenza per sorseggiare cocktail hawaiani. A Le Scandal, dove una volta le squillo allietavano le serate di inconsolabili clienti, si viene per ballare e tutt’al più è concesso fumare.

In Belgio, il quartiere a luci rosse di Anversa si trova poco distante dal centro cittadino. Qui le ragazze sono in vetrina come ad Amsterdam. Prostitute dietro vetrine illuminate anche a Bruxelles, in una via del quartiere di Schaerbeek. A Istanbul, nello storico quartiere di Karakoy, tra l’odore di spezie e antichi edifici c’è una strada, Zürafa Sokak, dove una ventina di case ospitano le prostitute. Mentre per le prostitute a Roma la politica litiga. Come i bambini.

Leggi sull’argomento: Il quartiere a luci rosse per le prostitute a Roma

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