Gli italiani in fila al Monte dei Pegni

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-05-09

Il “credito su stima” permette di ricevere un finanziamento offrendo come unica garanzia un prezioso o un gioiello, che resta di proprietà di chi lo impegna e viene custodito dalla società che lo riceve. Al termine del periodo concordato, il proprietario del bene può scegliere se riscattarlo, prolungare il finanziamento o mandarlo all’asta

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Artigiani, operai, commercianti, professionisti, precari: sono i nuovi poveri della primavera 2020 che senza stipendio sono costretti a mettersi in fila davanti al Monte dei Pegni perché hanno bisogno di soldi subito per riavviare la propria attività o anche solo per fare la spesa e mantenere i figli. Racconta oggi La Stampa:

I dati forniti da Affide, il leader italiano del comparto, certificano un’impennata del 30% delle nuove operazioni, rispetto al periodo prima della crisi innescata dal coronavirus. Il 95% dei beni dati in pegno viene riscattato, mentre il 5% finisce all’asta. Il “credito su stima” permette di ricevere un finanziamento offrendo come unica garanzia un prezioso o un gioiello, che resta di proprietà di chi lo impegna e viene custodito dalla società che lo riceve.

Al termine del periodo concordato, il proprietario del bene può scegliere se riscattarlo, prolungare il finanziamento o mandarlo all’asta. Al Monte dei Pegni il contante viene erogato subito, a vista, senza chiedere documenti, tranne che per i controlli antiriciclaggio. E in caso di mancato pagamento il soggetto non è segnalato alla Centrale rischi. In Italia usano in media questo servizio tra le 270 e le 300 mila persone ogni anno, per un giro d’affari complessivo di oltre 800 milioni di euro.

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Il taglio medio del prestito è di circa mille euro, ma ci sono anche tante persone che chiedono piccole somme, cinquanta o cento euro. Secondo i dati di una ricerca Doxa-Affide, il 69% degli italiani conosce questo servizio e 8 su 10 sono pronti a sfruttarlo in caso di necessità. Tra i motivi principali che spingono la gente a impegnare i propri oggetti di pregio c’è l’esigenza di affrontare spese inattese o impreviste (64%) e di pagare rette scolastiche o universitarie per se stessi o per i propri figli (28%). Ma anche la voglia di esaudire un desiderio (23%); ristrutturare o pagare l’anticipo di una casa (17%); dare il via a una nuova impresa (15%).

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