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Giuseppe Di Bello: chi è l’ex carabiniere che ha trovato i resti che forse sono di Gioele Mondello
neXtQuotidiano 19/08/2020
Ha cominciato a cercarlo stamattina insieme agli altri volontari chiamati a raccolta dal padre con un appello su Facebook. “L’ho trovato dove gli altri non lo hanno cercato”, ha detto
Giuseppe Di Bello, 55 anni, di Capo D’Orlando, ex carabiniere in congedo è la persona che ha trovato il tronco di bambino e gli altri resti che sembrerebbero appartenere a Gioele Mondello. Il militare in congedo questa mattina aveva raccolto l’appello di Daniele Mondello, padre di Gioele, unendosi ad alcune centinaia di volontari che hanno cominciato a perlustrare la zona attorno all’autostrada Messina-Palermo. L’uomo dopo aver trovato i resti ha chiamato i vigili del fuoco che a loro volta poi hanno girato la segnalazione al magistrato che coordina l’inchiesta, il procuratore di Patti Angelo Cavallo, e alla polizia scientifica.
Giuseppe Di Bello: chi è l’ex carabiniere che ha trovato i resti che forse sono di Gioele Mondello
“L’ho trovato dove gli altri non lo hanno cercato”, ha detto Di Bello all’AdnKronos spiegando di aver fatto il ritrovamento alle 10.28 e che il corpicino era “straziato da animali selvatici”. L’ex carabiniere ha usato una falce per farsi largo tra i rovi; originario di Capo d’Orlando (Messina), stamattina è arrivato con un amico, Francesco Radici che lo ha accompagnato nelle campagne di Caronia. La zona è vicina anche al traliccio dove l’8 agosto è stato rinvenuto il cadavere della mamma del piccolo, Viviana Parisi. Resti martoriati, alcuni investigatori, parlano di un tronco: un corpicino su cui potrebbero essersi accaniti animali selvatici; per alcuni si tratta “al 99%” di Gioele, ma i resti sono irriconoscibili e gli inquirenti non confermano l’identità dei resti. La maglietta sarebbe compatibile con quella indossata quel 3 agosto, data della sparizione, da Gioele. Sul posto il procuratore di Patti, Angelo Cavallo, e il medico legale. Momenti di angoscia per i familiari, per il papà Daniele Mondello, che dovrà essere chiamato per un riconoscimento che appare difficile, visto le condizioni del resti. Il ritrovamento è stato fatto dopo la segnalazione di un carabiniere in pensione.
Per gli investigatori questi resti del corpicino martoriato – forse sbranato da animali selvatici cui potrebbero appartenere quei ciuffi di peli – sono quasi certamente di Gioele, sebbene non siano riconoscibili. Un riconoscimento quindi che appare difficile, rendendo forse necessario l’esame del Dna. Anche la testa è stata trovata decine di metri distante dal punto in cui sono stati individuati gli altri resti ossei segnalati in prima battuta stamane nel sedicesimo giorno di ricerche del piccolo Gioele: il tronco il femore e alcuni peli, forse i capelli del piccolo o appartenenti a degli animali. I familiari del bimbo – il padre del bimbo Daniele Mondello che si è recato sul luogo del ritrovamento insieme alla sorella Mariella e al padre Letterio – non sono stati fatti avvicinare al punto esatto dove è ancora in corso il sopralluogo da parte dei due medici legali e della scientifica, sotto la supervisione del Procuratore di Patti Angelo Cavallo.
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