Così i giudici del TAR promuovono all’esame di terza media

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2018-09-17

I genitori di un ragazzo bocciato si rivolgono al tribunale e fanno ottenere il diploma al bambino. Ma così ci perdono tutti

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Una storia molto curiosa che riguarda un ragazzo e il suo esame di terza media raccontata oggi da Repubblica in un articolo a firma di Enrico Ferro:

Dunque c’è questo ragazzo che viene ammesso agli esami di terza media con un 6 complessivo e tiratissimo. Durante le prove di italiano, matematica (ironia della sorte), lingue straniere e soprattutto durante il colloquio, convince poco. Gli insegnanti non lo stroncano. Ma nessuno se la sente di dire sì, ce l’hai fatta, in bocca al lupo per le scuole superiori. Dunque il voto finale è 5,5: bocciato.

Mamma e papà quasi perdono i sensi quando vanno a vedere i risultati finali. E prima di prendersela con la testa dura dell’erede, telefonano all’avvocato Pietro Mussato. La causa è un conto alla rovescia perché ci sono in ballo le pratiche per l’iscrizione alle superiori. Dunque il tempo per far valere il diritto è poco. Anzi, pochissimo.

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Prima mossa: chiedere l’annullamento della bocciatura. La risposta del Tar non si fa attendere, visto anche il carattere d’urgenza. A inizio agosto i giudici sospendono il verdetto della commissione d’esame. È l’articolo 8, comma 7, del decreto legislativo 62 del 2017, a normare la materia nel primo ciclo di studi e negli esami di Stato. Stabilisce che la media va «arrotondata all’unità superiore per frazioni pari o superiori a 0,5».

A quel punto però è la stessa scuola che, compreso l’errore, riunisce nuovamente la commissione e senza aspettare il giudizio di merito del Tar (fissato per il 5 settembre, proprio a ridosso del nuovo anno scolastico) e corregge il verbale e assegna allo studente il sospirato 6.

Visto come è raccontata, pare evidente che la storia non rappresenti un modello tanto edificante: la volontà della commissione era evidentemente quella di bocciare il ragazzo, ma l’errore compiuto nella valutazione li ha costretti, con l’intervento dei giudici, a “correggere” facendogli ottenere il diploma di terza media anche se gli insegnanti, chiaramente, non lo ritenevano pronto. Con questo risultato hanno perso tutti.

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