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Il focolaio di Jesolo e la moschea fantasma che potrebbe diffondere il virus

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-07-29

Secondo l’Ulss 4 dietro il focolaio del ristorante a Jesolo si cela un centro di aggregazione diverso dal locale dove lavorano i quattro contagiati: una moschea fantasma che non è stata ancora individuata e che potrebbe trovarsi addirittura in un’abitazione

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Ci potrebbe essere una moschea fantasma dietro il focolaio di Coronavirus che si è sviluppato a Jesolo. Tutto parte dal contagio di un cittadino originario del Bangladesh, residente a Jesolo da diversi anni e in servizio in un locale del centro, dove lavora in cucina.

Il focolaio di Jesolo e la moschea fantasma che potrebbe diffondere il virus

Il ristorante è stato chiuso nei giorni scorsi ma il “paziente zero” potrebbe aver contratto la Covid in un centro di preghiera che non è stato ancora identificato. L’addetto alla cucina ha poi contagiato altri tre colleghi, bengalesi come lui, spiega il Gazzettino:

L’Azienda sanitaria ha disposto il test del tampone per tutti i dipendenti e per i gestori. Di ieri la notizia di altri tre casi risultati positivi nello stesso locale, a quanto pare anche loro originari del Bangladesh e in servizio nella stessa cucina. Tutti asintomatici, per tutti e tre è scattato l’obbligo dell’isolamento domiciliare. Come da prassi l’Ulss 4 ha avvisato il Comune, disponendo la chiusura del locale per motivi sanitari.

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Secondo l’Ulss 4 dietro il focolaio del ristorante a Jesolo però si cela un centro di aggregazione diverso dal locale dove lavorano i quattro contagiati: una moschea fantasma che non è stata ancora individuata e che potrebbe trovarsi addirittura in un’abitazione:

Il sospetto, secondo l’Ulss, è che l’uomo abbia partecipato ad un momento di preghiera con alcuni connazionali. Ma evidentemente senza rispettare il distanziamento e l’uso della mascherina. Una circostanza che potrebbe aver favorito il contagio. Ma soprattutto una vicenda delicata, che rischia di aprire una questione ad oggi considerata solo in parte. Se per le chiese sono state infatti previste una lunga serie di norme, tra distanziamento, percorsi differenziati e riduzione della capienza, lo stesso non sarebbe avvenuto per i luoghi di preghiera per i fedeli musulmani. Ed è per questo che i tecnici del Dipartimento di prevenzione dell’Ulss 4 hanno avviato delle indagini assieme agli agenti della Polizia locale per individuare l’eventuale sede della preghiera. Una sorta di moschea dove la comunità islamica, molto radicata in tutto il litorale, potrebbe continuare a ritrovarsi per svolgere i propri riti.

In particolare a finire sotto osservazione ci sarebbero due zone, quella di Cortellazzo e quella a ridosso di piazza Mazzini, in via Aquileia. Vale a dire due punti in cui in passato i fedeli islamici una volta alla settimana si ritrovavano per pregare. Ma non è nemmeno escluso che gruppo di fedeli abbiano deciso di ritrovarsi in qualche abitazione privata

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Una situazione che se non monitorata potrebbe risultare esplosiva. Ieri in Veneto si sono registrati 24 nuovi casi di Coronavirus e si è verificato il decesso di 5 pazienti. I casi complessivi di contagio arrivano a 19.849 dall’inizio dell’epidemia. Il numero dei ricoverati, 114, mentre diminuisce (-1) quello dei malati in terapia intensiva, 5, nessuno dei quali è positivo. Torna a crescere, infine, il numero dei soggetti in isolamento fiduciario domiciliare, 2.790.

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