La festa a Porto Rotondo in Sardegna e il focolaio dei ragazzi di Roma Nord

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-08-17

Una festa a Porto Rotondo in Sardegna ha portato a un focolaio tra alcuni ragazzi di Roma Nord. Ora decine di giovani sono bloccati sull’isola

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Il Messaggero racconta oggi di una festa a Porto Rotondo in Sardegna che ha portato a un focolaio di coronavirus tra alcuni ragazzi di Roma Nord. Ora decine di giovani sono bloccati sull’isola:

Le autorità sanitarie sarde hanno già rintracciato una cinquantina di ragazzi, tutti di Roma nord, tutti tra i 20 e i 30 anni, che il 9 agosto hanno partecipato a una serata nella discoteca Country club, di Porto Rotondo,  dove si esibiva il dj romano Lorenzo Palazzi. Ora nella rete di contatti del gruppo o di chi ha partecipato alla serata sta crescendo la paura. E molti ragazzi romani sono bloccati in Sardegna, in attesa del tampone (ne sono già stati eseguiti una cinquantina) e comunque in quarantena.

«Ma non si può parlare di un’unica serata – racconta uno dei ragazzi del gruppo – perché da inizio agosto nella zona di Porto Rotondo e Porto Cervo siamo stati anche in altri locali, in feste private, in cene». Le prime due ragazze romane positive erano arrivate in Sardegna dopo  essere state a Ibiza. Un’amica che era con loro alle Baleari le ha avvertite di avere scoperto di essere stata contagiata. Anche loro sono corse a fare il tampone e di lì l’allarme è scattato tra  Roma Nord e Sardegna.

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Foto da: Wikipedia

Cosa è successo? La festa il 9 agosto al Country Club a Porto Rotondo, in Sardegna. Discoteca esclusiva, in una delle più rinomate mete turistiche. Un evento di musica house in un locale della Costa Smeralda si trasforma in un acceleratore di contagi per il Covid-19 per molti ragazzi della Capitale. Alla console si alternano tre dj, su tutti Lorenzo Palazzi, romano ventenne punto di riferimento, per la sua musica, per molti coetanei di Roma Nord. Ecco, allora che un gruppo di 50 amici lo raggiunge per il fine settimana.

Si muovono da Ibiza, dalla Grecia, dalla Capitale. Successivamente, prima di sapere che alcuni di loro erano positivi, tornano a Roma, si spostano in Toscana, a Sabaudia, altri restano in Costa Smeralda. Un intreccio che renderà arduo il compito di chi fa contact tracing. All’ingresso della discoteca all’aperto gli addetti alla sicurezza misurano la febbre. Tutti i protocolli vengono rispettati, assicurano i gestori. Nessuno supera i 37 gradi e mezzo. Probabile quindi che il “primo positivo”, ammesso che si tratti solo di una persona, sia asintomatico.

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