Il Fatto e il selfie “imbarazzante” di Salvini

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-06-03

Il Fatto torna oggi all’attacco di Matteo Salvini per un presunto selfie imbarazzante con Enzo Porpiglia, padre di una candidata leghista e funzionario che, secondo il quotidiano, “cercò di favorire l’avvocato Romeo (in odor di ‘ndrangheta)”

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Il Fatto torna oggi all’attacco di Matteo Salvini per un presunto selfie imbarazzante con Enzo Porpiglia, padre di una candidata leghista e funzionario che, secondo il quotidiano, “cercò di favorire l’avvocato Romeo (in odor di ‘ndrangheta)”. Spiega Lucio Musolino:

Tra i tanti scatti fatti ieri a Piazza Venezia, in occasione della Festa della Repubblica, ce n’è uno che merita di essere raccontato perché parte da lontano. “Matteo rideva perché gli stavo raccontando dello straordinario risultato in Calabria”. Lo scrive Vincenzo Porpiglia che su facebook pubblica anche la foto di lui e Salvini sorridenti. Enzo Porpiglia è il padre di Francesca Anastasia Porpiglia, la 27enne candidata con la Lega alle politiche del 2018 e alle Europee del26 maggio raccogliendo poco più di 10mila voti.

Fin qui è solo il selfie di un padre orgoglioso della figlia e desideroso di far sapere a Salvini che lo “straordinario risultato in Calabria” è anche merito suo. Ma Enzo Porpiglia è pure il funzionario part-time della sezione Misure di prevenzione del Tribunale di Reggio che, nel 2017, era stato segnalato in Procura dal giudice Ornella Pastore davanti al quale si sarebbe dovuto celebrare il processo “Gotha”contro i vertici della ‘ndrangheta.

selfie salvini

Tra le righe però si spiega che Porpiglia è stato archiviato:

Trasferito d’ufficio, l’i n d agine nei suoi confronti è stata archiviata perché non “c’e r ano fatti penalmente rilevanti”. Resta comunque inopportuno se un funzionario del Tribunale ha tentato di avvicinare il giudice “perorando le ragioni di Paolo Romeo”, l’avvocato già condannato per concorso esterno e oggi accusato d’essere una delle teste pensanti della ‘ndrangheta reggina. “Non può essere ritenuto mafioso per sempre”avrebbe detto Porpiglia al giudice parlando di Romeo, “il suo dominus nonché compagno di partito”.

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