L’invasione dei barconi di turisti alle Eolie che vanno a ballare a Covid Street

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-08-22

Quando scende la sera, le strade del centro di Lipari nelle isole Eolie diventano un serpentone di musica dal vivo e dj session

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Carmelo Lopapa su Repubblica oggi racconta che quando scende la sera, le strade del centro di Lipari nelle isole Eolie diventano un serpentone di musica dal vivo  e dj session. Lungo la centrale Corso Vittorio Emanuele è tutta movida.

Via Maurolico, il budello che conduce a Marina Corta, è presto un muro ondeggiante di gente al ritmo di musica. Si canta assiepati attorno ai  gruppi live, canzoni di Vasco e Ligabue, Nannini e Ferro. Effetto stadio e giù le mascherine che tanto «qui non ce n’è contagio», ridono i ragazzi mezzi brilli con spritz in mano. La chiamano con ironia “Covid street”, quasi a voler esorcizzare la paura. La settimana scorsa due turisti sono rientrati da Panarea con contagio. Ieri il Comune di Lipari, competente su tutte le isole (con eccezione di Salina, amministrazione autonoma) ha festeggiato i 70 tamponi senza neanche un positivo sull’isola da cui provenivano le due persone ora in isolamento. Ma non è solo col buio che le Eolie fanno paura a chi era sbarcato sulle isole vulcaniche per una vacanza tranquilla e si ritrova al centro di un assalto fuori controllo.

Ore 20.30. Molo di Stromboli. Ci sono 500 persone ammassate in attesa di salire sui barconi delle gite mordi e fuggi, 40-60 euro e tutti calorosamente incollati a bordo. Non c’è regola e non c’è limite per navigare sotto la sciara del fuoco e assistere allo spettacolo delle mini esplosioni. Non solo turisti che navigano da un’isola all’altra, ma anche quelli che con le imbarcazioni arrivano da Tropea e Reggio Calabria, da Milazzo, Messina e dalla costa tirrenica della Sicilia. «Vi invitiamo a indossare la mascherina se non è possibile mantenere la distanza», ripetono dall’altoparlante. E suona come una beffa: almeno quattro persone per panca, due panche per fila, e via con  le cento persone sul tetto dell’imbarcazione, niente protezione perché «tanto siamo all’aria aperta»,  risponde chi la tiene nello zaino.

Qui non ci sono sbarchi, non ci sono immigrati, non c’è nemmeno un vu cumprà, sarebbe l’arcipelago ideale di Matteo Salvini, se non preferisse il Papeete.

«Le isole sono strapiene, mai registrate tante presenze. Non c’è stato un solo posto letto libero» racconta non senza preoccupazione Marco Giorgianni, da 8 anni sindaco di Lipari. «Il 35% di  incremento solo per le barche da diporto. Questo ci crea non pochi problemi, soprattutto nelle aree portuali. Le forze dell’ordine fanno un lavoro di gran contenimento». Anche se le immagini e le situazioni in cui si sono ritrovati i turisti nelle varie isole racconterebbero altro.

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