I trionfi italiani? Per “Il Messaggero” è tutto merito dell’effetto Draghi

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-07-13

Esaltazione giustificata, ma patenti di merito che sono prive di riscontri

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Vincere aiuta a vincere, ma bisogna stare attenti nel dare patentini di meritocrazia dopo un successo. Dopo gli Europei conquistati dalla nostra Nazionale, il quotidiano Il Messaggero ha parlato apertamente di “Effetto Draghi”, citando anche la finale di Matteo Berrettini a Wimbledon e il successo dei Maneskin all’Eurovision Song Contest. La mitizzazione eccessiva del Presidente del Consiglio si consuma nello spazio di un articolo, dando meriti al capo del governo che – invece – ha sempre tenuto una posizione laterale rispetto a questi successi sportivi e musicali. Anche perché non hanno nulla a che vedere con il suo ruolo e con il lavoro di Palazzo Chigi.

Effetto Draghi, il titolo de Il Messaggero dopo la vittoria dell’Italia

Esaltazione ingiustificata per magnificare il lavoro svolto finora dal Presidente del Consiglio, dandogli meriti che vanno oltre le sue funzioni. E l’effetto Draghi, secondo Il Messaggero, viene spiegato così dalla penna di Mario Ajello:

Il premier lo zampino nella vittoria della Nazionale lo ha messo così creando un contesto internazionale favorevole all’Italia, presentandola ovunque nei consessi europei e mondiali come un Paese serio e credibile, mettendo la sua faccia a garanzia del volto rinnovato dell’intera nazione. Un Paese così rinnovato nella considerazione degli altri è un Paese attrezzato a vincere e questa è stata la scommessa di Mario Draghi.

La vittoria dei Maneskin all’Eurovision, la finale di Matteo Berrettini a Wimbledon e il successo della nostra Nazionale a Euro 2020 – dunque – sono (anche) merito di Mario Draghi. La realtà, però, è ben diversa. Mitizzare l’effetto Draghi è un gioco dialettico che rischia di ottenere il risultato inverso, dando il via libera ai commentatori che non attendevano altro che questo tipo di esaltazione ingiustificata. Anche perché il nostro Presidente del Consiglio non può aver influito sui voti della manifestazione musicale, sui muscoli e la tenacia di Matteo Berrettini durante la sua avventura londinese. E non ha neanche dato impulso a quel movimento di braccia di Donnarumma in occasione dell’ultimo rigore parato.

(foto: foto IPP/zumapress)

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