Don Antonio Zanotti: l’accusa di abusi per il fondatore di Oasi 7

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2018-07-17

Un ragazzo che viveva da quattro anni nella sua comunità ha raccontato di come sia stato costretto a diventare l’amante del frate cappuccino, di essere stato minacciato e infine picchiato quando aveva deciso di scappare

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Don Antonio Zanotti, fondatore della comunità di accoglienza per profughi e minori in difficoltà «Oasi 7», è accusato di abusi nei confronti di un ragazzo che viveva lì da quattro anni. A parlarne è Fiorenza Sarzanini sul Corriere della Sera che racconta come sia stato costretto a diventare l’amante del frate cappuccino, di essere stato minacciato e infine picchiato quando aveva deciso di scappare proprio per sottrarsi a«un’esperienza terribile per cui ho anche tentato di togliermi la vita».

Don Antonio Zanotti: l’accusa di abusi per il fondatore di Oasi 7

Il ragazzo è assistito dall’avvocata rotale Laura Sgrò, che ha segnalato la vicenda ai vertici della Santa Sede e alla magistratura, mentre altri due ragazzi sarebbero pronti a testimoniare lo stesso tipo di abusi, dopo aver depositato una testimonianza presso lo studio di Annamaria Bernardini De Pace.

«Nei primi mesi — racconta nella denuncia — mi sentii accolto dal frate e dalla comunità, ma notai subito l’eccessivo lusso nel quale era abituato a vivere padre Zanotti, molto lontano dai costumi francescani. Per circa un anno svolsi attività lavorativa in cambio di solo vitto e alloggio, nonostante padre Zanotti mi avesse promesso una assunzione regolare in tempi brevi presso la cooperativa “Rinnovamento” di Antegnate in provincia di Bergamo.

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Dopo circa 3 mesi dal mio ingresso all’“Oasi 7” il frate cominciò ad approcciarmi sessualmente, prima con abbracci, poi dopo avermi invitato a bere nella sua stanza. Nonostante non fosse mio desiderio avere rapporti sessuali con il frate, non riuscivo a oppormi.  Padre Zanotti cominciò a farmi dei regali costosi, qualunque cosa chiedessi me la acquistava. Se accondiscendevo alle sue richieste, mi faceva trovare dei soldi».

Il ragazzo molla Oasi 7 dopo un anno, poi torna in seguito alle rassicurazioni del frate sul lavoro e sull’alloggio. E lì, secondo l’accusa, ricomincia il calvario.

Le accuse a Don Antonio Zanotti

Il giovane racconta di aver anche preso del Viagra su consiglio del sacerdote e di essere stato picchiato dopo aver nuovamente abbandonato la comunità. Ad aggredirlo due ragazzi di nazionalità albanese che vivevano da Don Zanotti, avvertendolo poi di non farsi più vedere a l’Oasi 7.  La comunità si trova al confine tra le province di Bergamo e Cremona, tra i paesi di Antegnate, Campisico di Capralba, Boffalora d’Adda. «Qui c’erano solo cascine abbandonate – raccontava il prete al Giornale qualche tempo fa – e io avevo tante anime da raccogliere: prostitute, drogati e malati psichici a cui le famiglie non erano in grado di badare, ragazzi alla deriva. Hanno costruito quasi tutto loro e io, ad essere sincero, non avevo neppure i permessi… Sono andato avanti lo stesso e alla fine i Comuni mi hanno aiutato».

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Nel Villaggio «Terra Promessa» ad Antegnate sorgono 24 alloggi unifamiliari per l’accoglienza di anziani soli autosufficienti ma anche, come nelle altre comunità, di profughi africani provenienti dalla crisi libica: in tutto sono una settantina. Nella stessa località sorge «Oasi 7A», una comunità protetta di ambito psichiatrico che ospita una decina di giovani. «Casa Mahima» a Boffalora d’Adda, invece, accoglie una quindicina di tossicodipendenti, mentre il villaggio «Oasi 7M Silvia» assiste 25 nuclei di ragazze madri con minori in situazioni di disagio: in tutto una sessantina di persone.

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