Il pasticcio della domiciliazione bancaria per la Tari a Roma

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-07-25

Quasi 100mila lettere sono partite in questi giorni dall’ufficio delle Entrate fiscali del Campidoglio, destinate ad altrettanti romani che rischiano di diventare, involontariamente, evasori della tassa per l’immondizia

article-post

Non solo i romani pagano una delle tariffe rifiuti più alte d’Italia ricevendo in cambio un servizio che è sotto gli occhi di tutti, ma oggi il Messaggero racconta che c’è una nuova storia che riguarda AMA e la domiciliazione bancaria: quasi 100mila lettere sono partite in questi giorni dall’ufficio delle Entrate fiscali del Campidoglio, destinate ad altrettanti romani che rischiano di diventare, involontariamente, evasori della tassa per l’immondizia.

Cittadini che hanno attivato, magari da anni, l’opzione della «domiciliazione bancaria» della tariffa, l’addebito sul conto che partiva in automatico appena arrivava la cartella dell’Ama. Scelta comoda perché evitava ritardi e dimenticanze, ma anche le lungaggini della trafila tradizionale, come la coda allo sportello, alle poste o alla filiale sotto casa. Da quest’anno però, si legge nelle missive firmate da Claudio Saccotelli, il capo della direzione Gestione dei procedimenti connessi alle Entrate fiscali di Roma, «non sarà più possibile utilizzare la domiciliazione bancaria», metodo di pagamento conosciuto anche «come RID, oggi Sepa, già impiegato fino all’anno scorso per procedere ai pagamenti della suddetta tassa, in quanto il beneficiario del versamento non sarà più Ama Spa, bensì Roma Capitale».

Dal 2020 infatti è il Campidoglio a incamerare direttamente i soldi delle bollette – un bottino da 654 milioni l’anno – per poi girarli alla sua controllata per onorare il contratto di servizio.

Le nuove «modalità di riscossione della tassa», spiega il Comune, sono cambiate «in quanto tutti gli enti locali devono adeguare i propri incassi al nuovo sistema Pago PA». Il meccanismo nazionale di pagamenti verso gli enti pubblici, già obbligatorio, per esempio, per il bollo auto. Ora varrà anche per la Tari, con tempi e modi ancora sconosciuti, come ammette l’amministrazione. Solo a settembre, quando arriveranno le bollette del primo semestre rinviate causa Covid, «saranno fornite le nuove modalità di pagamento». Per ora in Comune resta la preoccupazione di perdere una fetta importante degli incassi di chi aveva attivato la domiciliazione. Centomila utenze. Una torta che vale oltre 30 milioni di euro, quanto basterebbe per comprare, per esempio, 140 camion compattatori nuovi di zecca.

Leggi anche: Il gettone pagato ai consiglieri regionali anche durante il lockdown

Potrebbe interessarti anche