La bufala del divieto di attività balneari per il rischio Coronavirus

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-04-25

Una guardia giurata è stata denunciata per essere l’autore del falso documento pubblicato online ieri su divieto balneare con intestazione ‘”Questura di Roma-Divisione Polizia Amministrativa e sociale”. Nel documento si vietava la navigazione ai piccoli natanti e la pesca di ogni tipo per il rischio di contagio covid-19 fino alla data dell’11 giugno 2020.

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Una guardia giurata è stata denunciata per essere l’autore del falso documento pubblicato online ieri su divieto balneare con intestazione ‘”Questura di Roma-Divisione Polizia Amministrativa e sociale”, riportante il logo della Repubblica Italiana modificata ad arte. Nel documento si vietava la navigazione ai piccoli natanti e la pesca di ogni tipo per il rischio di contagio covid-19 fino alla data dell’11 giugno 2020.

La bufala del divieto di attività balneari

La notizia ha raggiunto migliaia di utenti che hanno a loro volta diffuso la falsa circolare emessa dalla Questura di Roma, innumerevoli i commenti e le frasi d’indignazione sul contenuto della falsa notizia che hanno intasato non solo tutti i social network, ma anche le Pec della Questura di Roma, della capitanerie di porto e della Guardia di Finanza. Gli agenti della Squadra Investigativa della Divisione Polizia Amministrativa e Sociale diretti da Angela Cannavale, attraverso verifiche incrociate sono risaliti in pochissime ore all’individuazione dell’autore della ”fake news” che ha messo in agitazione tutto l’intero comparto della filiera ittica. Una guardia giurata, appassionato di pesca sportiva dipendente di un istituto di vigilanza della capitale il quale aveva avuto accesso alla circolare sul luogo di lavoro e dopo averla volutamente modificata l’ha veicolata sui propri profili social. La burla costerà cara alla guardia giurata, che oltre ad essere stato denunciato per la pubblicazione o diffusione di notizie false, esagerate o tendenziose, atte a turbare l’ordine pubblico, mediante l’utilizzo di piattaforme informatiche, dovrà rispondere anche dell’abuso commesso con una probabile sospensione della sua qualifica.

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