Attualità
Le Iene e il lavoro nero nella ditta del padre di Di Maio
di Alessandro D'Amato
Pubblicato il 2018-11-25
Salvatore Pizzo, ex dipendente dell’azienda edile di Antonio Di Maio, racconta di aver lavorato in nero per due anni nella ARDIMA. Il ministro vuole fare chiarezza e invita il cittadino a dirlo alle autorità, quindi a denunciare suo padre
Salvatore Pizzo, ex dipendente dell’azienda edile di Antonio Di Maio, padre del ministro dello Sviluppo e del Lavoro Luigi Di Maio, ha denunciato alla trasmissione di Italia 1 Le Iene di aver lavorato in nero per un periodo di poco inferiore ai due anni tra il 2009 e il 2010.
Le Iene e il lavoro nero nella ditta del padre di Di Maio
Pizzo, detto Sasà, nel servizio di Filippo Roma, dice che Di Maio junior si è spesso vantato dell’onestà della sua famiglia e segnala che personalmente tutta questa onestà non l’ha percepita. Pizzo racconta anche di un suo infortunio sul lavoro “coperto” dal padre del vicepremier, che gli avrebbe consigliato di non denunciare l’accaduto per non incorrere in sanzioni. Antonio Di Maio è stato spesso definito dal figlio come un piccolo imprenditore onesto, che ha portato avanti per anni una ditta edile. Si chiama ARDIMA Costruzione, formalmente è di proprietà della madre di Luigi, Paolina Esposito. La piccola impresa dal 2012 è confluita nella Ardima SRL, società di cui è proprietario al 50% proprio Luigi Di Maio con la sorella Rosalba.
Sasà Pizzo racconta di aver avuto un infortunio sul lavoro e nell’occasione il padre di Di Maio gli avrebbe consigliato di non denunciare perché altrimenti lui avrebbe passato guai seri. La trasmissione di Mediaset ha anche richiesto un commento al capo politico del MoVimento 5 Stelle. Di Maio nega ogni personale coinvolgimento, si dichiara all’oscuro dei fatti e promette di verificare immediatamente la veridicità delle affermazioni di Salvatore Pizzo. I fatti, precisa il programma di Italia 1 nella puntata in onda questa sera, risalgono a un periodo antecedente di due anni a quando Luigi Di Maio è diventato proprietario al 50% dell’azienda di famiglia, impresa in cui lo stesso attuale vicepremier ha lavorato per un periodo come operaio.
La risposta di Di Maio
Di Maio, incalzato dall’inviato delle Iene, assicura l’intenzione di fare luce su quanto denunciato. “Io non gestisco direttamente l’azienda. E tra il 2009 e il 2010 non ero socio. A me questa cosa non risulta ma il fatto è grave, verificherò”, afferma il vicepremier. Nel servizio Di Maio spiega che “io e mio padre per anni non ci siamo neanche parlati, non c’è stato un bel rapporto, adesso è migliorato un po’. Non sapevo di lavoratori in nero. A me non risulta ma il fatto è grave, non mi ricordo di questo operaio ma ce ne sono stati tanti. A quell’epoca avevo 24-25 anni, io nell’azienda di famiglia ho aiutato mio padre come operaio ma non gestivo le cose di famiglia. Devo verificare questa cosa, verifichiamo tutto assolutamente”.
“Se è andata così – conclude il lader del M5S – mi dispiace per quella persona. Sono sempre andato avanti nella convinzione che nella mia famiglia si rispettassero le regole, se è successo qualcosa sul luogo di lavoro con mio padre questa persona ha il dovere di dirlo, non solo a voi ma a tutte le autorità. Gli chiederò spiegazioni e vi farò sapere”. Per quel che si capisce, Di Maio ha invitato Pizzo a denunciare suo padre.