Di Maio indagato per diffamazione

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-03-16

Il GIP chiede l’autorizzazione a procedere alla Camera dei deputati. La storia del CAF che insegnava come barare sul reddito di cittadinanza

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Il gip di Roma Mara Mattioli ha chiesto alla Camera la autorizzazione a procedere per Luigi Di Maio, indagato per diffamazione. A denunciare il vicepremier è stato Luigi Rotella, presidente di Alpaa, associazione accusata a gennaio dal leader M5S, a “Non è l’arena” e su Facebook, di dare indicazioni su come eludere i “paletti” per ottenere il reddito di cittadinanza.

La storia comincia a Non è L’Arena il 28 gennaio: in un servizio una persona presentata come consulente di un CAF di Palermo che consigliava come ottenere due redditi di cittadinanza variando la residenza di uno dei due della giovane coppia che si era presentata. Nel servizio il presunto consulente del CAF spiegava che in caso di controlli si sarebbe tranquillamente potuto dire che uno dei due era venuto a trovare l’altro a casa visto che erano fidanzati e diceva anche che i due avrebbero potuto tranquillamente continuare a lavorare in nero senza alcun problema, rifiutando anche i lavori proposti dal Centro per l’Impiego.

All’inizio del servizio si mostrava un’insegna nella quale si legge Associazione Lavoratori e, subito dopo, servizi AlPAA. Ma l’Associazione Lavoratori Produttori Agroalimentari Ambientali non svolge servizi di consulenza fiscali e non ha alcuna competenza sulle richieste per il reddito di cittadinanza. Di Maio citò l’ALPAA come responsabile del comportamento di un dipendente del CAF che non c’entrava niente. Di qui la denuncia per diffamazione.

Leggi anche: Di Maio e il CAF di Palermo che consiglia come barare sul reddito di cittadinanza

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