Crisanti: «Il canto a scuola va evitato, in un coro una persona può infettarne 50»

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-09-04

Il professor Andrea Crisanti ad Agorà spiega perché il canto con l’apertura delle scuole andrebbe evitato

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Il professor Andrea Crisanti ad Agorà spiega perché il canto con l’apertura delle scuole andrebbe evitato. Crisanti spiega che ci sono esperienze riportate dagli Stati Uniti in cui una singola persona infetta in un coro ne ha infettate 50.  “Meglio evitare il canto in classe. Una ricerca ha stabilito che se c’è un positivo in un coro ne infetta 50”. Crisanti precisa che ci sono evidenze scientifiche “Con il canto vengono emesse tantissime goccioline”. Il droplet ha un raggio di caduta di due metri e con il canto può aumentare. E sull’utilizzo delle mascherine come rimedio spiega: “Le mascherine possono aiutare ma non so quanto”.

crisanti il canto a scuola va evitato video

Crisanti confida comunque che le misure previste per la riapertura delle scuole siano corrette: “Se le misure sono seguite correttamente mi preoccupa meno la riapertura delle scuole rispetto alle aziende. La spinta al profitto può far prendere le scorciatoie ed è difficile controllare capillarmente ogni azienda. Mentre nelle scuole c’è una catena di responsabilità più lineare” Quanto ai test rapidi per Crisanti sono “un compromesso accettabile in certe situazioni”, Crisanti ha invitato a non fare confusione: “Rapido non significa che se ne possono fare tantissimi al giorno. Resto dell’idea che sarebbe meglio triplicare i tamponi”. E a proposito dell’influenza, Crisanti ha poi aggiunto: “Ogni anno abbiamo circa 8 milioni di malati di influenza, la maggior parte tra i 4 e i 15 anni. Sicuramente oggi un ragazzo malato di influenza fa scattare tutto un meccanismo di protezione anti-Covid che distoglie le risorse preziose. Numerosi colleghi, e ci sono anch’io, hanno sottolineato la necessita’ di rendere obbligatoria o di incoraggiare la vaccinazione. Ma non sara’ cosi’ facile, i servizi di vaccinazione sono ingolfati da quelle inevase nei mesi passati. Sembra facile dire facciamo ‘il vaccino a tutti’, ma non e’ semplice realizzarlo”.

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