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«Vediamo genitori e nonni infettati dai giovani»

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-08-23

Francesco Vaia, direttore sanitario dell’Istituto nazionale per le malattie infettive L. Spallanzani (INMI) di Roma, in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera oggi dice che si iniziano a vedere i primi casi di giovani che contagiano genitori e nonni. E sostiene che in questa fase il rischio si nasconde proprio all’interno della famiglia

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Francesco Vaia, direttore sanitario dell’Istituto nazionale per le malattie infettive L. Spallanzani (INMI) di Roma, in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera oggi dice che si iniziano a  vedere i primi casi di giovani che contagiano genitori e nonni. E sostiene che in questa fase il rischio si nasconde proprio all’interno della famiglia:

Il pericolo è insomma dentro le mura domestiche?
«Prima si pensava che il Covid-19 non avesse presa su giovani e bambini. E invece ora questo virus ci sta dimostrando che non fa distinzione alcuna. Che ha modificato la carta d’identità del contagiato, abbassando l’età media dei malati ben al di sotto dei 34 anni. Non ha nessuna pietas. Colpisce tutti, indistintamente, soprattutto i più fragili, o chi soffre di altre patologie. E in questa fase si serve dei ragazzi, specie di quelli che frequentano la movida o che tornano dalle vacanze, e li usa come vettori della malattia».

Dei vettori che per altro si potrebbero definire «subdoli».
«Assolutamente sì, perché il più delle volte loro sono asintomatici o paucisintomatici. Credono di stare bene e invece inconsapevolmente infettano chi gli sta intorno e fanno ammalare le persone a cui vogliono bene».

Prima che si arrivasse a questa situazione, ai giovani sono stati rivolti, da più parti e più volte, appelli all’uso delle mascherine, del distanziamento sociale: insomma del divertimento responsabile. Ma tutti sono rimasti inascoltati. Cosa si può fare adesso? 
«Sono stato il primo a lanciare loro un appello. E l’ho fatto usando proprio i social network, quindi uno dei loro mezzi preferiti. Ma purtroppo questi ragazzi hanno avuto tanti cattivi maestri. Hanno dato ascolto a chi diceva: torniamo a ballare senza regole, tanto cosa vorrà succedere? Sono rimasti “vittime” di chi non ha voluto investire nella sicurezza. Ma ora serve una soluzione. E serve a monte».

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