La caccia ai 131 passeggeri del volo che ha portato il primo caso di Coronavirus in Puglia

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-02-28

Anche la moglie ed il fratello del paziente uno della Puglia hanno contratto il Coronavirus. La ricostruzione dei suoi spostamenti da Codogno a Torricella. E il medico che gli disse che poteva tornare a casa

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Anche la moglie ed il fratello del paziente uno della Puglia hanno contratto il Coronavirus. Le due persone che sono state a contatto con il quarantatreenne di Torricella tornato dalla zona di Codogno lunedì sono state contagiate. E ora il dipartimento di Prevenzione dell’Asl ha disposto «la permanenza domiciliare con sorveglianza attiva» anche per gli altri 131 passeggeri del volo easyJet che lunedì hanno viaggiato con il paziente uno pugliese. Per 15 giorni non potranno lasciare la propria abitazione e dovranno segnalare qualsiasi sintomo sospetto. In quel caso saranno sottoposti al tampone. È questa la decisione presa dalla task force istituita dalla Regione Puglia al termine di una giornata complicata.

Coronavirus in Puglia: altri due contagi

Che si era aperta, come abbiamo raccontato, con le polemiche dei pugliesi nei confronti del medico e consigliere regionale Peppo Turco che aveva difeso l’uomo, e poi con un testo attribuito proprio a quest’ultimo in cui lui si discolpava dall’accusa di essere l’untore del Coronavirus in Puglia:

«Lasciate perdere le persone: sono io, dovete rivolgervi a me. Cosa c’entra Peppo Turco con la mia persona se non il fatto di essersi subito attivato per un suo concittadino? Perché ve la state prendendo con tutti: io sono in attesa ho fatto il tampone e sto bene, voi sapete tutto ed io ancora devo avere conferma. Sono io la persona che più odiate in questo momento, il primo caso del Coronavirus in Puglia. Visto che vi reputo persone intelligenti sono sicuro che lo leggerete fino in fondo.

Sono salito giorno 19/02, con volo Rayaner delle 14,55, arrivato a lodi ho soggiornato presso casa di mio fratello in un comune chiamato Caselle Lurani. Il giorno successivo sono rimasto tutto il tempo a casa. Poi mi son recato a Codogno (non all’ospedale dove sono stati poi successivamente individuati i casi), ma nello stesso comune, a trovare mia madre, che era stata ricoverata in un centro nelle vicinanze per l’Alzheimer e per la quale mamma son salito a Milano (lei sta tutt’ora male e non ho più potuto vedere).

Il giorno successivo, mentre ci prepariamo per andare a trovarla, sentiamo in tv le notizie relative alla situazione di Codogno e contattiamo la struttura, la quale ci rassicura e ci dice che potevamo andare a trovare la mamma. Arrivati li ci comunicano via telefono che non era possibile accedere e di tornare a casa: è proprio quello che abbiamo fatto. In serata poi apprendiamo dalla tv che tutto il paese era bloccato.

coronavirus peppo turco focolaio pugliese 1
In realtà il viaggio è stato effettuato in aereo

Abbiamo chiamato per conferma e comunque non ci siamo più recati li. Un giorno prima di partire ho chiamato i numeri messi a disposizione, dicendo ciò che vi scrivo qui ora. Mi hanno detto di partire perche non sono stato a contatto con le persone malate. Per una premura mia abbiamo chiamato il medico di base di mia cognata il 23 febbraio, che mi ha mandato la mail con tutte le indicazioni che ho seguito alla lettera e nella quale diceva, essendo io asintomatico, potevo partire, ma in via precauzionale di mettermi in quarantena.

Ho preso il volo Easy Jet del 24 alle ore 15 da Malpensa e sono partito: nessun blocco nessuna strada chiusa nessun controllo all’aeroporto. Come sono arrivato ho contattato i vigili, non sapendo qual era la situazione. Mi è stato riferito che, essendo stato a contatto a casa da mio fratello, dovevo stare in un periodo di quarantena anche se non ho avuto nessun contatto con lui. Ho allora chiamato i vigili, gli unici ad avermi risposto: a loro ho raccontato tutto.

Ho poi informato il dott Turco, che si è messo subito a disposizione contattando tutti gli organi competenti e confermando la quarantena. Non mi sono più mosso. Durante la notte ho sentito i brividi, ho controllato la febbre e ho informato subito il dott, Turco, il quale ha avviato immediatamente le procedure. Vivo isolato, ma evidente non abbastanza, e spero di avere le spalle forti per sopportare tutta la cattiveria che sapete esprimere. Scatenatevi dai, potete qui dire e giudicare tutti.

Voi avreste fatto ciò che ho fatto io: queste erano le direttive. Spero solo che adesso ho saziato la vostra immonda curiosità, visto che io di ufficiale sono in attesa del secondo tampone. Ora potete pure sfogarvi!».

Coronavirus in Puglia: il 43enne di Torricella e il volo aereo

Il 43enne di Torricella è ricoverato a Taranto nel reparto di Malattie infettive dell’ospedale Moscati. Le sue condizioni stanno migliorando con il passare delle ore. La febbre è passata. Gli esperti del reparto di Prevenzione dell’Asl e i carabinieri gli chiedono di ricostruire con precisione i suoi ultimi contatti. Repubblica Bari pubblica un’infografica con gli spostamenti del paziente 1 ma racconta anche un fatto che avalla la sua ricostruzione:

Al medico di famiglia la donna chiede se il cognato può rientrare in Puglia. E il dottore, dopo aver ripreso il passaggio delle disposizioni impartite dalla Regione Lombardia, scrive: «Quindi quando arriva a casa deve comunicare alla sua Asl che è stato qui». Al medico di famiglia la donna chiede se il cognato può rientrare in Puglia. E il dottore, dopo aver ripreso il passaggio delle disposizioni impartite dalla Regione Lombardia, scrive: «Quindi quando arriva a casa deve comunicare alla sua Asl che è stato qui».

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Coronavirus in Puglia: gli spostamenti del paziente 1 (La Repubblica Bari, 28 febbraio 2020)

È da questo messaggio che comincia tutto: il viaggio del paziente 1 fino alla provincia di Taranto, la scoperta del contagio e la paura. Il timore per i 131 passeggeri del volo easyJet di aver contratto il Coronavirus a bordo dell’aereo che lunedì li ha riportati in Puglia da Milano.

Ed è subito caccia all’untore.

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