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Coronavirus: il test e la patente dei guariti in arrivo

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-03-31

Ci si potrà avvalere di test seriologici per determinare «la diffusione del coronavirus e avere informazioni rilevantissime sull’immunità di gregge, usando le informazioni per elaborare strategie fondate su dati per far ripartire il Paese

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Tra i mezzi per la riapertura graduale (che comunque non arriverà prima di Pasqua o di maggio) c’è la strada dei test sierologici. Spiega oggi Il Messaggero che secondo Franco Locatelli, presidente del Consiglio Superiore di Sanità, ci si potrà avvalere di test seriologici per determinare «la diffusione del coronavirus e avere informazioni rilevantissime sull’immunità di gregge, usando le informazioni per elaborare strategie fondate su dati per far ripartire il Paese, specie per le attività produttive. Prioritaria è la tutela della salute, ma bisogna contemperare gli aspetti di economia per evitare i problemi di una situazione economica difficile».

Dal Veneto arriva intanto la proposta del presidente della Regione, Luca Zaia, di dotare i lavoratori di una cosiddetta «patente» che attesti di non essere contagiosi. Ma per poterla avere bisognerebbe passare il vaglio di un test rapido. «Immagino che una delle soluzioni sulla quale noi stiamo lavorando – ha spiegato Zaia – è quella del test sierologico, in maniera di andare a vedere se si sono formati gli anticorpi, e qui ci vogliono tempistiche, modalità».

La proposta del governatore veneto, però, secondo gli esperti non solo è fattibile, ma anche scientificamente efficace. «L’esperienza scientifica ci dice che questo approccio è corretto – spiega Maurizio Sanguinetti, direttore del dipartimento di Scienze di Laboratorio e infettivologiche della Fondazione Policlinico Gemelli di Roma e presidente della Società europea di Microbiologia e Malattie infettive (Escmid) – è possibile utilizzare un macchinario, prodotto per esempio dall’azienda Roche, che fa circa 1400 test al giorno. Lo abbiamo comprato anche noi del Gemelli e arriverà la prossima settimana».

coronavirus test del tampone

Coronavirus e test del tampone (Corriere della Sera, 23 marzo 2020)

Si tratta di uno strumento che riesce a processare migliaia di test, senza sosta. Finora, invece, le strade utilizzate per effettuare le diagnosi sono due e sono complementari. «Da una parte c’è il test molecolare, che vede il virus, dall’altra il test anticorpale che rileva la risposta dell’individuo al virus», spiega Sanguinetti. Il punto debole del test anticorpale è che se è fatto da solo non dà risultati certi. «Bisogna tenere presente che c’è una finestra di cinque giorni, in cui gli anticorpi non ci sono ma il virus ci può essere». Ecco perché è importante la controprova dell’altro test. «I test molecolari – continua Sanguinetti – danno la risposta in un’ora o anche meno, possono però saggiare un numero più piccolo di campioni».

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