Il Coronavirus e i “nuovi ricoveri gravi” a Cremona che la ASL smentisce

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-07-11

“In reparto abbiamo ricominciato a ricoverare pazienti COVID con gravi insufficienze respiratorie. Per ora la cosa è limitata, non come a febbraio o marzo ma il Coronavirus non si è dimenticato di fare il suo lavoro”, scrive su Facebook l’infermiere Luca Alini. Il direttore sanitario: no ad allarmismi privi di fondamento

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Luca Alini, infermiere che lavora all’ospedale di Cremona, ha scritto il 9 luglio su Facebook un post in cui ha spiegato che nel suo reparto hanno cominciato a ricoverare nuovi pazienti gravi affetti da Coronavirus SARS-COV-2 e COVID-19. Ma Rosario Canino, direttore sanitario dell’Azienda socio sanitario territoriale (Asst) di Cremona, ridimensiona l’allarme: “Attualmente i pazienti ricoverati con Coronavirus sono dieci. La nostra Terapia Intensiva è ‘Free’ da più di tre settimane”.

Il Coronavirus e i nuovi ricoveri gravi a Cremona

Lo sfogo dell’infermiere è indirizzato ai negazionisti del virus: “Non è mia abitudine farmi dei selfie, né tantomeno pubblicarli su Facebook. Questo l’ho fatto questa sera alle 22 circa, al lavoro. Non è una foto di marzo o di aprile. In reparto abbiamo ricominciato a ricoverare pazienti COVID con gravi insufficienze respiratorie. Per ora la cosa è limitata, non come a febbraio o marzo o l’inizio di aprile, quando i COVID erano 30 su 30 in reparto più altrettanti ricoverati in altri reparti, quando su 30 pazienti 26 erano ventilati. Ma il Coronavirus non si è dimenticato di fare il suo lavoro, e da bravo virus fa quello che deve :infetta nuovi ospiti per sopravvivere. Niente di più e niente di meno”.

luca alini infermiere facebook

E invece: “Noi esseri umani, invece, dall’alto della nostra intelligenza ed evoluzione tecnologica e scientifica, facciamo finta che non esista, qualcuno pensa non sia mai esistito, altri che sia un ‘invenzione delle case farmaceutiche o di qualche altra fantomatica lobby segreta. Niente di tutto ciò. Il virus esiste, non è magicamente sparito, e sta mietendo ancora vittime in altre parti del mondo. Da noi ha già dato, ma non sta scritto da nessuna parte che non possa ricominciare a farsi vivo, e, cosa più importante, il virus non lo sa che noi infermieri, medici, oss ed il resto del personale sanitario siamo distrutti da 3 mesi di lavoro intenso, fatto di paura, tensione, preoccupazioni, emozioni intense e continuo contatto con la morte. E non gliene frega un cazzo, al Coronavirus, di tutto ciò”. E infine: “L’ultimo paziente della prima ondata è stato dimesso, dal nostro reparto, il 30 giugno. Sono passati 8 giorni. Non siamo più COVID free,ma poco importa. Spero che tutto ciò che è stato non si ripeta, ovviamente, ma nessuno ne può avere la certezza, e chi afferma il contrario a mio parere è un bugiardo clamoroso. Su questo virus si sa molto poco, quel poco che sappiamo lo abbiamo imparato strada facendo e lo abbiamo pagato 35000 (trentacinquemila) morti o giù di lì. Col senno di poi è facile parlare, soprattutto da parte di chi non era nei reparti a febbraio, marzo ed aprile. Ciò che abbiamo visto e vissuto in quel periodo non è spiegabile a parole. Solo chi c’era può capire:prima di tutto i pazienti (quelli che sono riusciti a sopravvivere), poi gli operatori sanitari e i parenti dei pazienti per quello che hanno passato, i lunghi periodi senza vedere i loro cari, le attese notturne di una telefonata che, per fortuna, nella maggior parte dei casi non è avvenuta”.

Ma l’ASST di Cremona smentisce

Ma l’ASST di Cremona  “non sono i casi gravi di marzo. Ci sono stati dei ricoveri in questi giorni in reparti ordinari, in parte legati a focolai già noti, come peraltro già spiegato pubblicamente nei giorni scorsi”. Ma, tiene a ribadire l’ospedale, la terapia intensiva “resta Covid-free”, agognato traguardo raggiunto “ormai 5-6 settimane fa”. Il direttore sanitario della struttura, Rosario Canino, dice all’AdnKronos: “La premessa d’obbligo è che siamo lontani anni luce dalla crisi di marzo-aprile. Possiamo definirla una situazione abbastanza tranquilla, attenzionata ma tranquilla. Da venerdì scorso abbiamo avuto dei ricoveri, in tutto parliamo di 10 pazienti, 8 in Malattie infettive e due in Pneumologia. Di questi ultimi solo uno è in ventilazione non invasiva col casco. Le condizioni di tutti sono stabili e non c’è preoccupazione né si deve fare allarmismo”. Canino ribadisce che “occorre sempre molta attenzione, perché in zona si sono rilevati focolai. Due dei pazienti che sono stati ricoverati in questi giorni sono riconducibili a due focolai identificati (Viadana e l’azienda di ovoprodotti Parmovo). Ma non sono arrivati tutti in un colpo solo”.

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“Attualmente in ospedale abbiamo dieci pazienti ricoverati, due in pneumologia (uno in ventilazione non invasiva) e otto alle malattie infettive – ribadisce Canino all’ANSA -. I ricoveri degli ultimi giorni, nella maggior parte dei casi, hanno una stretta correlazione con il focolaio di Viadana. Mentre la nostra Terapia Intensiva è Covid Free già da qualche settimana. Ciò detto – conclude – è fondamentale mantenere alta l’attenzione, troppa gente si è già tolta la mascherina o continua a tenerla sul collo. Le misure di prevenzione vanno rispettate con rigore perché sono un’arma di certa efficacia”.

Il Coronavirus a Cremona

Alini ha scritto il post il 9 luglio. Nel mese di marzo nella provincia di Cremona i decessi sono aumentati del 400% e la cosa incredibile è che non è stata la città che ha fatto peggio della Lombardia: “A livello locale i decessi nel mese di marzo 2020 aumentano di quasi 6 volte nella provincia di Bergamo (+571%), di circa 4 volte nelle province di Cremona (+401%) e Lodi (+377%), triplicano o quasi a Brescia (+292%) e Piacenza (+271%), sono più che raddoppiati a Parma (+209%), Lecco (+184%), Pavia (+136%), Pesaro e Urbino (+125%) e Mantova (+123%)”, ha registrato il report dell’ISTAT pubblicato il 3 luglio scorso.

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Coronavirus: i dati del primo luglio in Lombardia

Nel complesso i numeri dei ricoveri in Lombardia è in calo (ma stiamo parlando dei dati totali di tutte le province, visto che il bollettino di Regione Lombardia fornisce solo quelli). Il primo luglio i ricoverati in terapia intensiva erano 41, ieri erano 27. I ricoverati non in terapia intensiva all’inizio del mese erano 277 e nel frattempo sono scesi a 190 il 10 luglio. Il numero dei casi di positivi in città è in crescita, mentre in un focolaio sviluppato in un’azienda di Parma si è scoperto un collegamento con Cremona I lavoratori risultati positivi al Sars-Cov2 erano tutti residenti nella zona di Casalmaggiore (Cremona) e Viadana (Mantova) e dipendenti di una società di servizi lombarda che fornisce manodopera a diversi contesti produttivi, compresa l’azienda parmense. I morti sul lavoro per COVID-19 a Cremona sono stati 14. Uno studio di Fausto Baldanti, responsabile del Laboratorio di virologia molecolare del Policlinico San Matteo di Pavia, sostiene che il ceppo di Coronavirus presente in città è diverso da quello di Bergamo: “Grazie a uno studio che abbiamo condotto con il Niguarda di Milano il 4 luglio scorso – ha spiegato Baldanti in un convegno all’Università di Pavia – abbiamo scoperto che ci sono stati due diversi ceppi del virus in Lombardia. Quello circolato nella zona di Bergamo è diverso dalla Sars-CoV2 che si è diffusa nelle province di Cremona e Lodi. Due virus differenti tra di loro, per sequenza genetica e caratteristiche, che hanno provocato due diversi focolai”.

Leggi anche: Coronavirus in Lombardia: i dati del bollettino di oggi 10 luglio

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