Coronavirus: i veri numeri dei morti

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-03-31

I dati di alcuni Comuni del Nord iniziano a mostrare gli effetti del virus se vengono confrontati con quelli degli anni precedenti

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I veri numeri dei morti da Coronavirus SARS-COV-2 e COVID-19 danno l’esatta dimensione di un fenomeno fino ad oggi sottostimato. Spiega oggi Michele Bocci su Repubblica che i dati di alcuni Comuni del Nord iniziano a mostrare gli effetti del virus se vengono confrontati con quelli degli anni precedenti. Più avanti i numeri delle amministrazioni saranno fondamentali, perché permetteranno di comprendere il reale impatto dell’epidemia e il peso dei decessi che le sono, anche indirettamente, collegati:

Come quelli di persone con altre patologie, soprattutto anziane, morte perché il sistema sanitario, quasi monopolizzato dal Covid-19, non è riuscito ad assisterle in modo adeguato. Intanto, i numeri delle anagrafi iniziano a dare l’idea dell’enormità di quello che sta succedendo. A raccoglierli è il Sistema di sorveglianza della mortalità del ministero della Salute, gestito dal Dipartimento di epidemiologia del Lazio che da anni controlla la mortalità in 33 città campione, capoluoghi di provincia o con più di 250mila abitanti, per capire l’impatto dell’influenza. «L’eccesso di mortalità è calcolato come differenza tra la mortalità osservata e quella attesa, utilizzando come dato di riferimento la serie storica dei 5 anni precedenti», spiega Marina Davoli, che dirige il Dipartimento.

Per il momento lo studio valuta i decessi fino al 18-20 marzo, una decina di giorni fa. Verrà aggiornato ma già un po’ di cose si capiscono. Brescia è il caso più eclatante e del resto è stata una delle città più colpite dal virus. In 22 giorni ha visto l’88% in più delle morti attese: i decessi avrebbero dovuto essere 112, sono stati 210. A Milano l’incremento è stato più basso, del 36%, ma l’epidemia dal 19 marzo ad oggi ha continuato a viaggiare. In quel periodo la città ha contato 289 morti in più, 1.102 contro gli 813 attesi. Restando sulle variazioni percentuali più alte: Bolzano è al 34%, Torino al 16% (105 morti in più). Anche a Genova i decessi sono stati molti più di quelli attesi (il 38%), 634 invece di 459. Bologna invece non ha visto alzarsi il dato particolarmente (+11%) mentre Roma, dove l’epidemia al momento non è drammatica, è rimasta stabile. Stesso discorso per le due città venete monitorate, Venezia e Verona (+7 e +12%).

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Coronavirus: i numeri del 30 marzo 2020 (Corriere della Sera, 31 marzo 2020)

La differenza comunque è netta se si confrontano Nord e Sud. Poi c’è l’aspetto degli anziani. «Al Nord — dice sempre Davoli — da inizio marzo c’è stato un forte incremento della mortalità nella classe di età 75-84 e sopra gli 85 anni. A partire dalla seconda settimana di marzo, l’aumento supera il valore della mortalità totale attesa, mortalità che nei mesi precedenti è stata più bassa del previsto, probabilmente sia per un minore impatto dell’influenza che per una minore esposizione alle basse temperature». Anche in questo caso la conta non riguarda solo i colpiti dal virus, ma anche le “vittime collaterali” dell’epidemia.

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