Attualità
«Coronavirus: ci sono 10mila morti in più rispetto ai dati di oggi»
di neXtQuotidiano
Pubblicato il 2020-04-23
Il bilancio Istat dei decessi di marzo e aprile certifica che la strage potrebbe essere stata di proporzioni maggiori rispetto ai dati ufficiali
Il bilancio Istat dei decessi di marzo e aprile certifica che la strage del Coronavirus SARS-COV-2 e di COVID-19 potrebbe essere stata di proporzioni maggiori rispetto ai dati ufficiali. Uno studio diffuso ieri da un gruppo interdisciplinare di scienziati, tra cui i fisici Giorgio Parisi, Enzo Marinari, Federico Ricci-Tersenghi, Luca Leuzzi e il biologo Enrico Bucci, che ha preso in esame i dati della mortalità in Italia nel periodo 22 febbraio — 4 aprile così come sono stati forniti dall’Istat e illustrato da Repubblica spiega che, comparando i dati con quelli degli anni precedenti relativi alle stesse settimane, gli scienziati hanno osservato che in molti comuni delle regioni più colpite dalla pandemia il numero di decessi, non solo è stato sensibilmente più alto rispetto alla media stagionale degli anni precedenti, ma che lo scarto è assai superiore al numero di decessi certificati dalla Protezione Civile come dovuti al Covid-19:
In Lombardia, per esempio, negli anni scorsi morivano in media nello stesso periodo dell’anno circa 11 mila persone. Tra il 22 febbraio e il 4 aprile 2020, nel pieno dell’emergenza coronavirus, i decessi sono stati invece 27 mila, con un eccesso dunque di 16 mila morti, ma di questi solo 9 mila sono stati riconosciuti ufficialmente come causati dal Covid-19. E i rimanenti 7mila? Stesso interrogativo per i 1.100 decessi in eccesso e non certificati Covid dell’Emilia Romagna, o i quasi 400 della Liguria.
Estendendo a tutta la Penisola questo approccio, gli autori dello studio arrivano a stimare quante sono le morti totali in Italia sfuggite ai conteggi della Protezione Civile: «Al 4 aprile 2020», scrivono, «il numero reale di decessi in eccesso dovuti all’epidemia (in modo diretto ed indiretto) era circa 25.000». E il 4 aprile il bollettino ufficiale delle 18 registrava invece un numero totale di morti pari a 15.362. Ci sarebbe dunque una differenza di 10 mila decessi non certificati.
Come sono morti? La risposta è in quella parentesi: in modo diretto ed indiretto. Le ipotesi, infatti sono due, secondo gli autori dello studio. «Possono essere morti da coronavirus avvenute fuori dagli ospedali e dunque non certificate per questo motivo. Oppure si potrebbe trattare di decessi causati indirettamente dall’epidemia: molte persone, che avrebbero avuto bisogno di cure per altre patologie o incidenti, hanno rinunciato a rivolgersi alle strutture sanitarie perché le sapevano al collasso, o se lo hanno fatto non sono state assistite». Il caso di Bergamo è esemplificativo: oltre all’altissimo numero di vittime ufficiali (2.425) ce ne sono altre 3.000 non conteggiate e che probabilmente hanno a che fare con il collasso degli ospedali cittadini.