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Chi sono e cosa fanno i referenti Covid a scuola

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-08-30

Il referente Covid può essere un docente, un segretario, un amministrativo o un addetto alla pulizia e al controllo. Il Messaggero spiega che questo ruolo può essere ricoperto dallo stesso dirigente scolastico

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Da quest’anno a scuola sarà presente il referente Covid, previsto dalle istruzioni diramate dall’Istituto Superiore di Sanità e che deve far parte del personale scolastico interno: può essere un docente, un segretario, un amministrativo o un addetto alla pulizia e al controllo. Il Messaggero spiega che questo ruolo può essere ricoperto dallo stesso dirigente scolastico.

Secondo le istruzioni dell’Istituto superiore della Sanità (Iss), il referente deve allertare i genitori qualora un ragazzo presenti sintomi sospetti in orario scolastico e deve mantenere un filo diretto con i medici della Asl per eventuali dubbi, ma anche per monitorare le assenze in classe. Nel caso in cui in una classe, ad esempio, si superasse il tetto del 40% di assenze, il referente dovrà prenderne nota e allertare il medico di riferimento. Dovrà tenersi in contatto con i referenti delle scuole dello stesso territorio, per monitorare eventuali anomalie o focolai, ed avvisare il medico di riferimento. Da lì parte poi l’indagine epidemiologica.

Un ruolo delicato e decisivo, assolutamente nuovo all’interno delle scuole, insomma. E soprattutto con nuove responsabilità. «E’ importante che le scuole  provvedano ad attivare una copertura assicurativa per i referenti – spiega Mario Rusconi, presidente dell’Anp del Lazio – altrimenti nessuno vorrà prendere l’incarico. Ci sono colleghi insegnanti che stanno valutando la possibilità di intraprendere questa strada, ma prima vogliono avere rassicurazioni. Serve anche la copertura legale: immaginiamo che scoppi un focolaio a scuola, i genitori potrebbe rivalersi sul referente Covid. Questa figura va tutelata e remunerata».

Gli istituti stanno infatti pensando anche a dei contratti appositi: «Dovranno essere attivati contratti da almeno 60 ore l’anno – continua Rusconi – pari ad almeno due ore a settimana. Si tratterebbe di 17,50 euro l’ora lordi, qualcosa come 10 euro netti l’ora. Questo per dire che ci sono tanti aspetti da non sottovalutare: si tratta di un ruolo di responsabilità e va regolamentato, con le competenze scritte una ad una nero su bianco».

Le responsabilità sono tante, soprattutto in vista di un anno scolastico insolito e con lo sguardo puntato sulla curva dei contagi. Nel contratto da sottoscrivere sarà infatti necessario inserire tutti i compiti da portare avanti, in base al regolamento, che possono arrivare anche alla supervisione delle pulizie e della garanzia dell’igiene in classe. Per questo il referente Covid dovrà anche studiare per assumere quel ruolo: il materiale su cui potrà prepararsi per ora rientra nella formazione esclusivamente a distanza e sarà disponibile sul sito online dell’Iss, continuamente aggiornato.

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